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1 MARZO : DALL’ISTITUZIONE DELLE FRECCE TRICOLORI ALLA VITTORIA DEL NAPOLI CONTRO L’ASCOLI NEL 1992

IL 1 Marzo è una data ricca di avvenimenti  storici , politici , culturali ed anche sportivi, che hanno caratterizzato e resa importante questa giornata. Tra gli avvenimenti storici di maggior rilievo ricordiamo l’istituzione delle frecce tricolore avvenuta nel 1961 . La tradizione acrobatica dell’aeronautica militare iniziò negli anni Trenta con la prima scuola di Campoformido, diretta dal colonnello Rino Corso Fougier, comandante del 1º Stormo. Alla guida di cinque Fiat C.R.20 i piloti si esibivano in una figura non dissimile dalla “bomba” d’epoca recente. Nonostante i buoni risultati che cominciavano a intravedersi, lo scoppio della Seconda guerra mondiale segnò una brusca frenata per questo tipo di attività, fino al forzato scioglimento della pattuglia.  Il clima di austerità dell’immediato Dopoguerra, legato in particolare al numero ridotto di velivoli disponibili, impedì la ricostituzione di una squadra ufficiale. All’inizio degli anni Cinquanta ciò favorì la nascita di diversi stormi che guadagnarono la ribalta internazionale, partecipando a numerose manifestazioni di forte richiamo. A fare da apripista fu il 51° stormo, seguito qualche anno dopo dal “Cavallino Rampante” e dal “Guizzo”, più tardi divenuto popolare con il nome “Getti tonanti”, fino alla comparsa nel 1957 di “Diavoli Rossi” e “Lanceri Neri”. Sul piano delle macchine si passò dai P-51D Mustang agli F-84F Thunderstreak, entrambi made in USA. A cavallo degli anni Sessanta, in vista anche del grande appuntamento con il Centenario dell’Unità d’Italia, si pensò alla formazione di un’unica pattuglia acrobatica, da affidare all’eccellenza dei piloti. In questo clima, il 1° marzo, si arrivò all’istituzione del 313° Gruppo di Addestramento Acrobatico PAN “Frecce tricolori”, il cui quartier generale venne individuato nell’aeroporto di Rivolto (nel comune di Codroipo, provincia di Udine). Il gruppo, composto inizialmente da pochi elementi, volò con gli F-86E Sabre fino al 1963. Successivamente si arrivò a nove unità più il solista e alla possibilità di utilizzare fumi colorati, mentre dai cacciabombardieri Fiat G.91PAN si passò agli “italianissimi” MB-339PAN, tutt’oggi in dotazione. Gli stessi vennero modificati nel tempo fino a renderli estremamente leggeri e adatti a supportare le traiettorie più spericolate. Il disegno attuale di questi modelli presenta sulla fiancata una banda tricolore su sfondo blu, e nello scarico posteriore un tubicino dal quale fuoriesce il fumo colorato, composto di olio di vaselina. Le figure eseguite dalla pattuglia variano da un’altezza superiore ai 2.000 metri a passaggi a bassa quota. Il pezzo forte delle loro performance li vede, con la formazione al completo, disegnare in cielo un tricolore lungo 5 km. Eseguito per la prima volta a Pratica di Mare, particolarmente suggestiva è stata la riproposizione in chiusura delle celebrazioni per il 150° dell’Unità.  In ogni manovra non c’è margine d’errore, per questo si selezionano i migliori piloti tra quelli che hanno più di 1.000 ore di volo. Ciononostante, in 16 hanno perso la vita per incidenti verificatisi durante la fase di addestramento o nelle manifestazioni ufficiali. Un giallo tuttora irrisolto resta il disastro di Ramstein, di cui rimasero vittime tre piloti e 67 spettatori. L’episodio destò molti sospetti nell’opinione pubblica, legati al fatto che due dei piloti avrebbero dovuto deporre al processo sulla Strage di Ustica. Altro avvenimento da rimarcare è la nascita della Biblioteca Nazionale Spagnola su iniziativa di Filippo V , primo sovrano spagnolo della dinastia Borbone. Ospitata insieme al Museo Arqueológico Nacional in uno splendido edificio neoclassico al numero 20 del Paseo de Recoletos (uno dei boulevard principali di Madrid), la biblioteca conserva un patrimonio inestimabile, quantificabile in circa 17 milioni di documenti, tra cui 89.278 libri antichi e oltre 2 milioni di volumi moderni (dal 1831).  Per celebrare il 300° anniversario della sua istituzione, nel 2012 Google ha pubblicato un doodle locale (visibile in Spagna), dov’è rappresentato l’ingresso monumentale della biblioteca. Questa data però ricorda anche un avvenimento triste come la morta del grande cantante italiano Lucio Dalla . Nel gotha dei cantautori italiani, il Lucio “nazionale” ha dato del tu all’arte nelle sue svariate forme, dalla musica al cinema, passando per la pittura.Nato a Bologna e morto nel marzo 2012 a Montreux, in Svizzera, fu un bambino prodigio, imparando a suonare fisarmonica e clarinetto e recitando a teatro, quando ancora sedeva tra i banchi delle elementari. La passione per il jazz scandì la prima fase da professionista (suonò con un mostro sacro del calibro di Jeff Backer), nel corso della quale girò anche spot pubblicitari e debuttò al cinema come attore (tra cui in “I sovversivi” dei fratelli Taviani).Gli insuccessi di quegli anni lo portarono a cambiare genere, avvicinandosi alla musica leggera che gli diede le prime grandi soddisfazioni all’inizio degli anni Settanta con 4 marzo 1943 (terza al Festival di Sanremo 1971) e Piazza grande, entrate entrambe nel repertorio classico della canzone italiana. Dall’album “Come è profondo il mare” si consacrò come cantautore, scrivendo testi di rara profondità per sé e per altri artisti, alcuni dei quali scoperti dallo stesso Dalla, come Luca Carboni, Samuele Bersani e gli Stadio.Protagonista di duetti memorabili con, tra gli altri, De Gregori e Pavarotti, ottenne prestigiosi riconoscimenti, quali la Targa Tenco (per il brano Caruso), due David di Donatello (1982 e 1989), tre Nastri d’argento (1982, 1996, 2004) e la laurea honoris causa in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo presso l’Università di Bologna. In ambito sportivo , da segnalare la vittoria del del Napoli contro l’Ascoli nel 1992.Gli azzurri s’imposero con un altisonante 5-1 grazie alle reti di Careca ed Alemao ,oltre alla doppietta di Padovano. Dopo ventidue giornate il Napoli era terzo in classifica alla pari con il Parma ed alle spalle di Milan e Juventus. Il Napoli chiuse quel 1991/92 al quarto posto dietro a Milan, Juventus e Torino.

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