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11 FEBBRAIO : DALLA FIRMA DEI PATTI LATERANENSI ALLA VITTORIA DEL NAPOLI CONTRO IL VICENZA NEL 1998

L’11Febbraio è una data ricca di avvenimenti  storici , politici , culturali ed anche sportivi, che hanno caratterizzato e resa importante questa giornata. Tra gli avvenimenti storici di maggior rilievo ricordiamo la firma dei Patti Lateranensi avvenuta nel 1929. «La Santa Sede e l’Italia hanno riconosciuto la convenienza di eliminare ogni ragione di dissidio fra loro esistente con l’addivenire ad una sistemazione definitiva dei reciproci rapporti». Con questa premessa si aprono i Patti dei Lateranensi che, dopo sessant’anni di gelo tra le due sponde del Tevere, diedero una soluzione alla cosiddetta questione romana, aprendone un’altra altrettanto annosa. Conclusa l’impresa unitaria, nella primavera del 1861 Cavour aprì ufficialmente la “questione romana”, proclamando Roma capitale del Regno, quando la stessa si trovava ancora sotto la giurisdizione papale. Dieci anni dopo, riconquistata la città, il governo Lanza trovò la soluzione nella Legge delle Guarentigie (maggio 1871). Con essa il Pontefice, all’epoca Pio IX, diventava suddito dello Stato Italiano, conservando tuttavia una serie di privilegi rispetto agli altri cittadini. Il Papa non accettò la soluzione unilaterale e in segno di protesta sia lui che i suoi successori non varcarono mai la soglia delle mura vaticane. I rapporti vennero ristabiliti quasi sessant’anni dopo, in piena epoca fascista. Dopo i vani tentativi di conciliazione nel corso dei pontificati di Leone XIII e Pio X, i primi segnali distensivi si ebbero con Benedetto XV che alimentò la partecipazione dei cattolici alla vita politica italiana, sostenendo nel 1919 la formazione del Partito Popolare Italiano (dalle cui ceneri nacque nel ’42 la DC). Sul versante opposto Giolitti apriva a una nuova stagione di rapporti, attraverso la politica delle «due parallele» e rimarcando l’autonomia di Stato e Chiesa nei rispettivi ambiti. L’avvento della dittatura fascista mise in allarme la Santa Sede preoccupata di perdere la propria secolare autonomia. Di qui, nell’estate del 1926, si avviarono delle trattative condotte per l’Italia dal consigliere di Stato Domenico Barone e per la Chiesa dall’avvocato Francesco Pacelli. Nelle ultime fasi, agli stessi subentrarono rispettivamente il capo del governo Benito Mussolini e il segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Gasparri. A questi ultimi spettò di formare l’accordo dell’11 febbraio, nella Sala dei Papi del palazzo di San Giovanni in Laterano. Il trattato (ratificato con la legge 810 del 27 maggio 1929) riconosceva innanzitutto la personalità giuridica internazionale dello Stato della Città del Vaticano, mentre quest’ultimo riconosceva il Regno d’Italia e Roma quale sua capitale.  Tra i punti salienti, venivano regolati gli effetti civili del matrimonio religioso e stanziati circa un miliardo di lire, a titolo di risarcimento per i danni subiti con la perdita del potere temporale del Papa. I punti più controversi, che rispetto alle Guarentigie segnavano un regresso nella tutela della libertà religiosa, riguardavano l’indicazione del cattolicesimo quale religione di Stato e l’obbligatorietà dell’insegnamento della dottrina cristiana nelle scuole medie ed elementari. Pur tra il dissenso delle correnti laiche dell’Assemblea Costituente, i Patti vennero assorbiti all’interno della Costituzione del 1948, nello specifico con l’articolo 7. Tuttavia fu avvertita a più riprese l’esigenza di modificare l’accordo, nei punti ritenuti palesemente incompatibili con i principi della Costituzione repubblicana.  Istanze raccolte più tardi nel nuovo Concordato del 1984, sottoscritto dal presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal segretario di Stato Agostino Casaroli. Con esso da un lato si eliminavano i punti più controversi (il riconoscimento di “religione di stato” e l’insegnamento obbligatorio cambiato in facoltativo); dall’altro si facevano importanti concessioni alla Chiesa, tra cui il finanziamento attraverso il meccanismo dell’otto per mille e il diritto a istituire scuole di ogni ordine e grado. Questa data ricorda la nascita di grandi personaggi come  Jennifer Aniston e Thomas Edison ma soprattutto di due  attuali giocatori del Napoli : Josè Maria Callejon e Christian Maggio. Nato a Motril in Andalusia (Spagna),Callejon è un calciatore, cresciuto nelle giovanili nel Real Madrid. Dal 2008 al 2011 gioca nell’Espanyol, per poi ritornare nel club madridista fino all’estate 2013 quando si trasferisce al Napoli.Con la squadra partenopea, di cui diventa subito una pedina fondamentale (con entrambi gli allenatori, Benitez e Sarri), conquista la Coppa Italia 2013/14 e la Supercoppa 2014. Solo tre le presenze in Nazionale. Nato a Montecchio Maggiore (in provincia di Vicenza),  Maggio è un calciatore del Napoli. In precedenza è stato un difensore destro della Fiorentina e della Sampdoria. In Nazionale ha totalizzato 34 presenze ed è vice-campione d’Europa in carica. Con la maglia azzurra ha vinto due Coppe e una Supercoppa italiane. Negli ultimi anni Superbike, così soprannominato per la sua velocità sulla fascia, ha segnato spesso. Memorabile una rete, dopo un tiro al volo, del 24 gennaio 2010, paragonabile ad un gol di Van Basten di 22 anni prima. Altro avvenimento in ambito sportivo da rimarcare soprattutto per il popolo partenopeo è sicuramente la vittoria contro il Vicenza nella stagione 1998 : il match terminò con il risultato di 2-0 a favore degli azzurri con i gol di Turrini e Stojan . Il rigore che sbloccò la partita contro il Vicenza fu di Francesco Turrini che vanta 20 reti nelle sue 125 presenze in maglia azzurra: 18 in 108 di campionato e 2 nelle 17 di coppa Italia. Il 1997/98 fu l’anno dei quattro allenatori (Mutti, Mazzone, Galeone e Montefusco) e della retrocessione in serie B. Proprio contro il Vicenza l’esordio stagionale in panchina di Montefusco con il ritorno alla vittoria dopo cinque mesi di digiuno.

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