Officina delle idee ultimissime

ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA POLITICA PER INVESTIMENTI PUBBLICI DEL GOVERNO

Di Antonio Frenda*

Il Governo ha prospettato nelle ultime settimane l’idea di una spinta poderosa agli investimenti pubblici per creare occupazione, battere la deflazione ed il rallentamento del Pil. Alcune osservazioni con l’obiettivo di fornire un contributo al dibattito in oggetto.
La prima: gli effetti sociali degli investimenti nel contesto macroeconomico dipendono dall’utilità del bene o del servizio per il quale si emette debito pubblico; il problema italiano è che la composizione di tale debito non ha prodotto gli effetti auspicabili per lo sviluppo del Paese: in particolare nel Sud e nel Centro Italia (le autostrade non terminate, gli ospedali ed i parcheggi non funzionanti, le strutture sportive inutilizzabili). Le opere cominciate e mai terminate sono arrivate a quota 649 nel 2015 secondo l’Anagrafe delle Opere del Ministero delle Infrastrutture: si può stimare una cifra tra 1,5 e 2,5 miliardi per completare le stesse .
E quando l’estate ti ritrovi in reparti ospedalieri in fase di chiusura per la spending review, con tagli lineari che includono strutture efficienti e non, ti rendi conto di quanto servano le strutture mai terminate e sia un peccato che eccellenze pubbliche debbano chiudere i battenti per trenta giorni. Le costruzioni incompiute comprendono Case popolari, interventi di risanamento idrogeologico, scuole: l’impatto di tale gestione negativa è correlabile all’aumento della povertà riscontrabile negli ultimi anni nel nostro Paese. Il Lazio sembra vantare un primato triste ed inaccettabile in opere non terminate. La seconda osservazione: il problema del consumo del suolo, un concetto multidimensionale; nel 2009 l’indagine LUCAS sull’uso e la copertura del suolo, condotta direttamente da Eurostat, indicava che la quota di territorio italiano con copertura artificiale è stimata pari al 7,3% del totale, contro il 4,3% della media Ue23. L’Italia si colloca sopra Germania e Regno Unito (6,8% e 6,7%, rispettivamente). Vi è dunque anche un problema di uso del suolo da rispettare. Sembra quindi preliminarmente utile una gestione degli investimenti pubblici in costruzioni non terminate, che occupano inutilmente parte del nostro suolo: si tratta di spesa pubblica che non ha prodotto gli effetti sinergici macroeconomici previsti. Un’autorità europea anticorruzione per vagliare i futuri investimenti pubblici previsti, nelle diverse fasi del lavoro, sembra inoltre utile per decidere in ambito UE circa una maggiore flessibilità nel computo macroeconomico degli stessi, a garanzia degli interessi dei diversi Paesi, e nell’ottica di incrementare la scarsa integrazione economica seguita alla introduzione dell’euro.
Un aumento degli investimenti pubblici, senza le precauzioni evidenziate, rischia di aumentare la ricchezza di pochi cittadini disonesti, in luogo di incrementare PIL ed occupazione.

• Docente a contratto di Statistica presso Università Telematica Pegaso. L’articolo e le opinioni in esso contenute sono personali.
@AntonioFrenda

Potrebbe piacerti...