Cultura

Ali Spezzate: il libro di Paolo Miggiano dedicato ad Annalisa Durante

“Vivo e sono contenta di vivere, anche se la mia vita non è quella che avrei desiderato,ma so che una parte di me sarà immortale, e presto andrò in paradiso”: così scriveva nel suo diario di adolescente Annalisa Durante, appena quattordicenne nell’ottobre del 2003, pochi mesi prima della sua scomparsa, avvenuta, tragicamente nella primavera del 2004 nel suo quartiere, forcella, quando, nel corso di un regolamento di conti tra clan, un proiettile la colpì accidentalmente ponendo fine ai suoi sogni di fanciulla in fiore e alla sua acerba bellezza.

Sono trascorsi 11 anni da quel giorno infausto di fine marzo, poco più di un decennio da quella sera in cui la vita spensierata di una ragazzina fu interrotta da un proiettile esploso dall’ultimo erede del clan Giuliano. Eppure tanto dolore e sgomento non è stato inutile. Il padre di Annalisa, Giannino, in ricordo di sua figlia,  ha prima istituito l’Associazione Annalisa Durante e poi voluto fortemente, e , realizzato un progetto edificante e coraggioso: creare una biblioteca nel cuore di Forcella intitolata ad Annalisa, un potenziale punto di riferimento per i giovani del quartiere, un luogo in cui prima vi era un cinema e che ora raccoglie circa 5000 volumi.

Ed è in questa biblioteca, presidiata dalle forze dell’ordine, che è stato presentato il libro dello scrittore Paolo Miggiano “Ali spezzate” (ed. De Girolamo), volume in cui al ricordo di Annalisa l’autore affianca anche il ricordo di altre vittime innocenti della criminalità organizzata.

Moderata dalla giornalista Concita Sannino di Repubblica, la presentazione è stata introdotta da un breve e significativo video realizzato da Rosario Gallone (della scuola Pigrecoemme).

“A Napoli- ha dichiarato la giornalista- si muore anche per un colpo di pistola a 14 anni. La morte di una ragazzina è un vuoto che nulla può colmare, ma che la cultura può combattere”. Il caso di Annalisa, anche se più eclatante, non fu isolato: altri 24 bambini, infatti, si calcola siano stati uccisi accidentalmente per mano della criminalità organizzata (tutti citati nel libro).

La realizzazione della biblioteca, attiva ormai da diverso tempo , non ha , tuttavia sensibilizzato le coscienze: le prime file dei posti a sedere erano, infatti occupati dalle forze dell’ordine ( questore, colonnello, carabinieri, guardia di finanza) e dalla stampa.

Tra le file successive, quasi del tutto vuote, l’assessore alle politiche giovanili del comune di Napoli, Alessandra Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, uccisa dalla criminalità organizzata quando era ancora una bambina, interviene dal pubblico per fornire la sua positiva e costruttiva testimonianza: “Questa città sembra che la rivoluzione non voglia farla- premette- ma dopo 30 anni facciamo la migliore antimafia sociale, e metteremo in campo altre innumerevoli iniziative per ricordare Giancarlo Siani”.

Il giornalista del Mattino Gigi Di Fiore, autore della prefazione del libro, ha dichiarato, desolato:” Constato tristemente che questa biblioteca è un deserto, e nel quartiere  si continua ad uccidere  nonostante negli ultimi tempi siano stati eseguiti oltre cento arresti. Quanto al libro, ho cercato di fornire un taglio storico alla prefazione, soffermandomi su Forcella, la Sanità e i Quartieri Spagnoli, quartieri dove impera un “ governatorato criminale” con i suoi riti e le sue rigide regole”.

Più ottimista l’assessore alla cultura del comune di Napoli Nino Daniele: “Questa città non è solo buia: ci sono piccoli eroismi , germi di mobilità in corso. Il libro è la storia di una rivoluzione mancata, una rivoluzione abbandonata. Tuttavia, in questa struttura, la biblioteca Annalisa Durante, iniziative costruttive sono già state avviate: laboratori di cinema, fotografia, teatro e sono previsti, prossimamente, anche laboratori di cucina”.

Arnaldo Capezzuto, giornalista che ha raccontato il processo legato all’omicidio di Annalisa Durante e presente sulla scena del delitto nei giorni successivi allo stesso, ha espresso, un cauto ottimismo sulle nuove generazioni di Forcella: “Non è tutto nero: alcune storie sono positive e percepisco alcuni raggi di luce. Questa è una rivoluzione culturale interrotta, è vero, ma affinché sia compiuta è necessario che il territorio sia presidiato dalle istituzioni”.

Paolo Siani, presidente di Polis  e fratello di Giancarlo, giornalista ucciso dalla camorra 30 anni or sono, ha fornito la sua forte testimonianza di cittadino impegnato nel sociale: “Con la nostra fondazione sono stati pubblicati ben quattro libri, tra i quali quest’ultimo in memoria di Annalisa Durante: è importante che tutti ricordino i nomi delle vittime e non dei killer che li hanno uccisi”.

Rammarico è stato espresso dall’autore, Paolo Miggiano nel presentare questo libro in un momento storicamente così difficile: “Mi sento inadeguato,- ha dichiarato-mi manca qualcosa nel parlare di una  o di 300 persone uccise in Campania  se penso alle stragi di migranti che accadono ogni giorno nel Mediterraneo, così come mi sento inadeguato di parlare di una sola vittima innocente della criminalità organizzata quando le vittime di camorra sono state 3000 negli ultimi 25 anni”. “Sono rammaricato che la sala sia quasi vuota: questa presentazione avrebbe dovuto svolgersi all’aperto per coinvolgere l’intero quartiere”.

Intanto via Vicaria Vecchia è presidiata dalle forze dell’ordine: li, in quella stradina stretta fuori la biblioteca, una folla di curiosi si condensa impegnata in un chiacchiericcio intenso: il quartiere sa, ma non è partecipe, osserva distaccato il germe di un cambiamento culturale che stenta a realizzarsi.

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