Cultura

Almodovar contro i colossi dello streaming online

I giganti della tv in streaming come Netflix o Amazon Prime Video rischiano di trasformare l’Europa in una “colonia” dell’industria cinematografica statunitense e cinese, per questo l’Unione europea deve intervenire per regolare queste piattaforme e impedire che costruiscano un monopolio.

L’appello di Almodovar

L’appello a Bruxelles è arrivato da 12 registi europei, guidati dallo spagnolo Pedro Almodóvar, il celebre regista spagnolo che proprio lo scorso anno ha vinto il Leone d’oro alla carriera al festival di venezia, e dal belga Luc Dardenne vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes come miglior regista per i suoi Rosetta del 1999 e L’Enfant – Una storia d’amore del 2005. Come racconta la France Presse il gruppo, che comprende anche il rumeno Cristian Mungiu, anche lui Palma d’Oro per ‘4 mesi, 3 settimane, 2 giorni’, vorrebbe incontrare Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, a cui ha inviato una lettera in cui chiede all’Europa di proteggere la sua cultura dai “giganti digitali non europei”. “L’America ha compreso cosa c’è in gioco dal punto di vista culturale ed economico quando ha imposto i suoi film su altri paesi con il Piano Marshall” dopo la seconda guerra mondiale, hanno detto i registi nel loro appello a Breton.

La pandemia

Ma oggi Google, Amazon, Facebook, Apple e Netflix (che sono noti collettivamente come GAFAN) “sono diventati mille volte più potenti”, hanno scritto. I lockdown dovuti alla pandemia si coronavirus “hanno permesso loro di diventare più ricchi che mai, poiché altre nazioni e le loro industrie di intrattenimento sono crollate”, afferma la lettera. Nel frattempo, “evitando le tasse, le società GAFAN hanno contribuito molto poco al finanziamento di ospedali, istruzione e tutti gli apparati vitali delle democrazie europee”.

No alle sole logiche del mercato

I registi hanno esortato l’Ue a essere coraggiosa e ad imporre norme rigorose e “sanzioni adeguate per ciò che è in gioco”, e a impedire che i cineasti vengano incatenati nei “percorsi stretti stabiliti dalle piattaforme e dalla loro analisi dei big data”. La lettera afferma che la decisione dell’Europa di sostenere l’idea di una “eccezione culturale” con quote e protezione nel 1990 è stata successivamente copiata da 183 paesi. grazie a questa regola è stato possibile sviluppare cinema e audiovisivo in Europa e, a livello di Stati membri, sviluppare politiche di sostegno all’audiovisivo, per fare in modo di tutelare anche le produzioni di nicchia e non dover costringere tutti i registi a basarsi sulle sole logiche del mercato. In questa ottica l’Ue ha creato ad esempio il programma Creative Europe, che sovvenziona il cinema indipendente comunitario.

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