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Armando Siri, ok del Senato al sequestro del computer

Con 13 voti favorevoli e 8 contrari la giunta per le Immunità del Senato ha dato il via libera al sequestro del computer di Armando Siri, ex sottosegretario leghista ai trasporti. La richiesta è partita dal tribunale di Milano e il sì della giunta dovrà essere confermato dall’Aula. Contrari Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Siri è indagato per autoriciclaggio a causa di un prestito ottenuto da un istituto bancario di San Marino.

La vicenda:Armando Siri è indagato dalla procura di Milano per autoriciclaggio insieme al suo caposegreteria Marco Luca Perini. L’inchiesta su Siri riguarda due prestiti di favore a elevato rischio concessi da una banca di San Marino e caratterizzati da una doppia serie di violazioni sistematiche delle regole creditizie: 750 mila euro sarebbero stati incassati dal senatore tra ottobre e gennaio scorsi, quando era ancora viceministro delle Infrastutture, e altri 600 mila sarebbero stato ottenuti appena tre mesi fa da un imprenditore a lui collegato, secondo quanto riportato da L’Espresso e dalla Stampa.  e presunte anomalie “più gravi della pratica di Siri riguardano documenti decisivi che risultano ‘alterati’, ‘cancellati’, ‘omessi’ o ‘tenuti nascosti’: atti ricostruiti dagli inquirenti dopo uno scontro con la banca per sbloccare il sistema informatico”, secondo fonti di stampa. La procura di Milano, ieri pomeriggio, ha inoltrato al Senato una richiesta per procedere al sequestro del pc dell’esponente leghista . Si tratta di un computer che da quanto dichiarato a verbale da Marco Luca Perini, capo della sua segreteria, sarebbe nella disponibilità di Siri. Il sequestro è scattato in alcuni uffici nella disponibilità dei protagonisti dell’inchiesta milanese nata rispetto a due mutui sospetti.  L’inchiesta è partita da San Marino. E’ stata l’autorità di vigilanza bancaria a rilevare delle presunte anomalie e a segnalare all’autorità giudiziaria che ipotizza l’amministrazione infedele. La mole di documenti arrivata attraverso rogatorie e ora al vaglio degli inquirenti milanesi è piuttosto ingente. Carte da sommare a quelle ottenute dai recenti sequestri operati dalla Guardia di finanza due giorni fa a Milano. La procura ha anche ascoltato alcune persone.

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