Cultura

“AVEVANO SPENTO ANCHE LA LUNA”: RUTA SEPETYS RACCONTA LA STORIA DI LINA A CUI HANNO TOLTO TUTTO MA NON LA VITA

Mi portarono via in camicia da notte. Ripensandoci, i segnali c’erano tutti: foto di famiglia bruciate nel camino, la mamma che nel suore della notte cuciva l’argenteria e i gioielli più belli nella fodera del suo cappotto e il papà che non tornava dal lavoro….mi hanno tolto tutto. Mi hanno lasciato soltanto il buio e il freddo.  Ma io voglio vivere, a ogni costo, vivere“. Siamo nel  1940, l’Unione Sovietica, sotto la guida di Stalin, occupò Lettonia, Lituania ed Estonia. I paesi baltici vennero annessi all’URSS repentinamente, senza che avessero la possibilità di opporsi in alcun modo. Moltissime persone che vennero ritenute potenzialmente pericolose vennero uccise o deportate assieme alle loro famiglie, in “Avevano spento anche la luna” , libro scritto da Ruta Sepetys, abbiamo una protagonista, Lina, di quindici anni, che viene prelevata assieme alla madre e al fratello minore, Jonas, e messa su di un treno con destinazione  che non conosce, mentre il padre, professore universitario  non ha più fatto ritorno a casa.Settimane di fame e di sete, fino  all’arrivo in Siberia, in un campo di lavoro dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide, dove non resta niente, niente  se non la polvere della terra che i deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c’è qualcosa che non possono togliere a Lina: la sua dignità, la sua vita, la sua forza. La luce nei suoi occhi, così ricchi  di speranza . E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare, Lina disegna: è l’unico modo, se c’è, per salvarsi. Per gridare che sono ancora vivi. Il risultato è un romanzo che attraverso la vicenda particolare di Lina e della sua famiglia, riesce a trascendere gli angusti confini del gulag e dei vagoni stipati di uomini, donne e bambini, per trasformarsi in una testimonianza toccante, e un omaggio a quella forza di volontà che nessuna tirannide riesce a piegare. Vi è infatti qualcosa che trascende la sorte, gli inciampi della vita, il dolore per qualcosa che ci è toccato, per il destino che ci toglie tutto tanto da spegnere anche la luna,  ma non la voglia di vivere, di salvarsi e di continuare a sperare.

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