Cultura

“BELLA CIAO” DIVENTA UNA BALLATA DA DISCOTECA: PROTESTA SOCIAL CONTRO AOKI E IL DUO ITALIANO MARNIK

Il noto inno antifascista “Bella ciao” diventa una canzone da ballare e cantare in discoteca: ha realizzarla sono stati il famoso Deejay Steve Aoki insieme al duo italiano Marnik (Alessandro Martello e Emanuele Longo) come lo stesso aveva annunciato sul proprio profilo ufficiale instagram appena una settimana fa. Il brano “revisionato” è disponibile dalla scorsa domenica sulla piattaforma musicale in streaming “Spotify” in tutto il Mondo tranne in Italia.

Proprio nel nostro paese, alla notizia che i noti dj avevano realizzato una nuova versione del grido di ribellione dei partigiani contro l’esercito neo-fascista per liberare l’Italia durante l’ultima fase della Seconda Guerra mondiale, ha suscitato non poche polemiche: infatti sui social network (Twitter) parecchi utenti si sono “indignati” per il “lavoro” fatto dagli autori del Remix. C’è chi afferma che questa “ballata da discoteca” sia irrispettoso nei confronti di tutti quei antifascisti che hanno combattuto contro le truppe di Mussolini e Hitler o c’è chi invece afferma che con questo Remix molte persone potrebbero “dimenticare” o non conoscere il vero significato della canzone.

Sempre su Instagram, questa volta sul profilo ufficiale del duo Marnik, è apparso un video di pochi minuti il quale insieme cantavano e ballavano una strofa della stessa canzone. Forse i due artisti italiani hanno voluto comunicare ai propri “Followers” l’imminente uscita anche di un video musicale? Chi lo sa. Intanto Martello e Longo poche ore fa sui social hanno provato a giustificarsi sulla scelta del Remix provando a smentire chi li accusava di usare questa canzone (considerata un pezzo di storia dell’Italia) come un modo per far “ubriacare le persone sul palco”.

Comunque sia i tre artisti molto probabilmente (come dimostra la foto postata sul profilo social di uno dei tre) hanno preso spunto dalla famosa serie televisiva spagnola in catalogo sulla famosa piattaforma streaming americana Netflix “La casa di Carta” dove la Banda, durante una rapina in Banca, per festeggiare il colpo canta il famoso inno composta e cantata da Giorgio Gaber durante le giornate delle Resistenza. Però, in un’altra scena, il capo della banda (soprannominato “il professore”) durante una cena spiega il vero significato della canzone.

Al di là della protesta scoppiata in rete dopo aver saputo del ri-utilizzo dell’inno in quel modo, si può ritenere giusto questa “protesta” visto che molte persone all’epoca hanno combattuto e perso la vita per “liberare” l’Italia e quindi si debba portare un po’ più di rispetto per un inno di libertà, come ogni anno si ricorda con dolore le vittime della “Shoah” e non usarla come fosse un normale brano da mettere nelle discoteche per far ballare i giovani.

 

 

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