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BERLUSCONI CONDANNATO A 3 ANNI, SENTENZA “INUTILE”?

Le toghe, la scritta “La legge è uguale per tutti”, l’avvocato difensore di Forza Italia, Franco Coppi, con un beffardo ventaglio rosso. L’aula 117 del tribunale penale di Napoli come palcoscenico dell’ennesima vicenda politico giudiziaria berlusconiana. L’ex presidente del Consiglio, leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, è stato condannato a tre anni per il reato di corruzione, la compravendita di senatori che costò il trono a Romano Prodi. I fatti risalgono al 2006-2008 quando Berlusconi avrebbe pagato, tramite Valter Lavitola, l’ex senatore Sergio De Gregorio (eletto con Italia dei Valori) per un passaggio al centrodestra mirato a far pendere la bilancia politica verso est, turbando i fragili equilibri di potere.

Condannato anche Valter Lavitola, ex direttore dell’Avanti. A leggere il verdetto Serena Corleto, giudice presidente del collegio. L’ “Operazione libertà”, così è stata definita dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, ha rappresentato  “un investimento economico colossale diretto a ottenere come unico risultato l’interess dell’uomo Berlusconi, ossessionato dalla volontà di mandare a casa Prodi per prenderne il posto”. Queste le parole dello stesso Piscitelli nella requisitoria. La procura, nelle persone di Piscitelli e dei pm Henry John Woodcock, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio, l’ha dunque spuntata sugli avvocati Franco Coppi e Bruno La Rosa (per Forza Italia) e Michele Cerabona e Niccolò Ghedini (difensori di Berlusconi).

Eppure questa condanna non sembra avere il sapore della sconfitta. Proprio Niccolò Ghedini ha tenuto a precisare come “la sentenza sotto il profilo della libertà personale non avrà alcun effetto” dato che il 6 novembre andrà in prescrizione: “La prescrizione è ormai un atto acquisito. Si sono presi 90 giorni per motivare”. Ma la prescrizione non annulla il reato. Una sentenza non è mai inutile, purtroppo però quando c’è di mezzo la prescrizione – che ci piace definire un’amnistia mascherata – si finisce per non far corrispondere al reato la pena e, dunque, a lasciare il colpevole impunito con buona pace degli avvocati che vincono perdendo.

Dal commento rilasciato da Ghedini ci piace estrarre una frase in particolare: “Con Berlusconi ci aspettiamo sempre il peggio”.

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