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Blitz della polizia: arrestati 18 membri del clan Ligato tra Napoli e Caserta

Questa mattina i Carabinieri e la squadra mobile di Caserta hanno arrestato 18 persone tra Pignataro Maggiore, Capua, Sparanise, Vitulazio e Camigliano, tutte ai vertici oppure affiliati al clan camorristico Ligato, che da oggi può definirsi sgominato.

Già nello scorso Maggio ci furono sei arresti di membri legati a loro, tutt’ora carcerati, e la cosca, secondo le indagini, deriva dal vecchio cartello Ligato-Lubrano, nata per far fronte all’assistenza economica di molti affiliati detenuti.

Dei 18 delinquenti, quindici andranno in carcere, e i restanti tre ai domiciliari, con numerose accuse a carico, tra cui quelle di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto abusivo d’arma, violenza privata, danneggiamento per incendio, lesioni aggravate, e detenzione illegale di una bomba a mano.

Questi provvedimenti sono il culmine di una lunga indagine avviata nel 2017 dal Nucleo investigativo Carabinieri di Caserta, e dalla Compagnia Carabinieri di Capua, coordinati dalla D.D.A. di Napoli, che ha subito una brusca accelerata soprattutto dopo il 28 Febbraio 2018, giorno in cui alcuni membri del clan spararono dei colpi di pistola contro la saracinesca dell’agenzia funebre Vagliviello, a Sparanise.

Questo spiacevole episodio è stato il momento clou di una serie di violenze partite dal 2 Dicembre 2015, data di scarcerazione di Raffaele Ligato, anche lui indagato, figlio di Antonio Ligato, capo del clan che in questo momento è detenuto al 41 bis e all’ergastolo.

Il giovane criminale era riuscito a rimettere in piedi il clan gestendo un commercio di droga in tutto il casertano, con l’aiuto della sorella Felicia, nota alle forze dell’ ordine per aver fatto esplodere una bomba ed aver sparato colpi di fucile in direzione dell’ abitazione di un diretto concorrente nell’attività di spaccio.

A cura di Paolo Solombrino

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