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Brexit, Bruxelles: ‘Se ancora nell’Ue la Gran Bretagna dovrà votare a maggio’

Dopo lo strappo, resta il caos. Il Parlamento britannico ieri ha provato ad allontanare lo spettro di una traumatica Brexit No deal, dopo la bocciatura dell’intesa di divorzio negoziato dalla May con la Ue. Oggi l’aula dovrà esprimersi sulla volontà circa un’ ipotesi di rinvio dell’addio. Ma l’Ue ammonisce di non essere disposta a concedere una cambiale in bianco. Intanto il presidente del Consiglio europeo Tusk fa sapere che chiederà ai 27 di essere aperti per un’estensione lunga, se il Regno Unito troverà necessario ripensare la propria strategia sulla Brexit.

“Durante le mie consultazioni prima del Consiglio europeo, chiederò ai 27 leader dell’Ue di essere aperti per un’estensione lunga se il Regno Unito troverà necessario ripensare la propria strategia sulla Brexit e per costruire il consenso attorno a questa”. Così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk su Twitter.

“Se l’attuale Accordo di divorzio viene approvato” a Westminster “è molto probabile che il Regno Unito debba chiedere una proroga di 2-3 mesi, al fine di mettere in campo le misure necessarie per attuarlo. Poiché ci sarebbe mutuo interesse nel garantire tale estensione, è improbabile che ottenerlo, in quel contesto, possa presentare grandi difficoltà”. Così l’avvocato generale della Corte di giustizia europea Eleanor Sharpston offre il suo personale contributo, in una lunga disamina dei vari scenari possibili sulla Brexit, sul suo profilo Twitter. Diversamente, “invece di andare al terzo voto sull’Accordo di divorzio, il Parlamento britannico potrebbe fare una pausa, per vedere quali altre possibili strade sono esplorabili. Tuttavia, a meno che sia richiesta e garantita un’estensione, il Regno Unito lascerà l’Ue alla mezzanotte del 29 marzo, in base alla legge dell’Unione europea. Cambiare la data di divorzio nella legge nazionale non sarà sufficiente a fermare la corsa dell’orologio della Brexit, verso lo zero”, avverte.

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