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Carenza idirica nelle carceri. Il Garante Ciambriello denuncia:”L’inferno è senza acqua,tensioni,rivolte ed emergenza sanitaria. Il caso di Bellizzi Irpino.”

“Nelle carceri si sta consumando un’altra emergenza, non meno preoccupante, la carenza
idrica, che in questi giorni di caldo rovente sta gettando nel caos diversi istituti penitenziari.
Le strutture che ospitano i detenuti, spesso antichissime, hanno tubature e condotte
usurate dal tempo che non riescono a rifornire di acqua tutti i piani degli edifici e a far
fronte a una popolazione carceraria così massiccia. Per risparmiare in qualche Istituto si
pensa a limitare la fornitura d’acqua nelle ore notturne. Scelta inadeguata e improduttiva.
Mi arrivano segnalazioni e proteste da Santa Maria Capua Vetere, Ariano Irpino, Napoli,
Salerno e Bellizzi Irpino.
Nel carcere avellinese da giorni battiture dei detenuti, ieri non volevano entrare in cella,
ed altre forme pacifiche di protesta. La società Alto Calore che gestisce il servizio deve
rafforzare la fornitura per i 582 detenuti presenti. In questo carcere dal 2012 c’è un nuovo
reparto(con 150 detenuti in più), ma il sistema non funziona a regime. Non è stata
adeguata la rete idrica. Da fuori arriva un quantitativo di acqua inferiore alle necessità. Già
nel 2015 ci fu una rivolta dei detenuti per questa emergenza.
E poi, ancora in molte carceri: pareti a rischio crollo, intonaci consumati dall’umidità e dalla
muffa, lampadari che si staccano, perdite di acqua che rischiano di andare a contatto con
fili elettrici scoperti, corridoi allagati,come ho visto io ed un magistrato nel carcere di
Salerno.La carenza idrica provoca tensioni ed emergenze sanitarie.Chiedo alle Istituzioni
preposte, alle società che gestiscono i servizi idrici, al Dipartimento dell’Amministrazione
penitenziaria di intervenire, anche con lavori urgenti di adeguamento della rete idrica.”
Samuele Ciambriello, garante campano dei diritti dei detenuti.

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