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Caso Cucchi, il carabiniere superteste: “A Stefano fu dato un calcio in faccia”

Il processo Cucchi entra nel vivo con l’interrogatorio davanti alla Corte d’Assise del superteste Francesco Tedesco, il carabiniere imputato di omicidio preterintenzionale. “Al fotosegnalamento Cucchi si rifiutava di prendere le impronte: siamo usciti dalla stanza e il battibecco con Alessio Di Bernardo (carabiniere imputato,ndr) è proseguito. A un certo punto Di Bernardo ha dato uno schiaffo violento a Stefano”… poi “Cucchi è caduto a terra, battendo la testa e Raffaele D’Alessandro (anche lui cc imputato, ndr) ha dato un calcio in faccia a Stefano” ha detto Tedesco.

“Chiedo scusa alla famiglia Cucchi e agli agenti della polizia penitenziaria, imputati al primo processo. Per me questi anni sono stati un muro insormontabile” ha detto in aula all’inizio del suo interrogatorio, Tedesco che accusa di pestaggio gli altri due militari coimputati, Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo.

“Non era facile denunciare i miei colleghi. Il primo a cui ho raccontato quanto è successo è stato il mio avvocato. In dieci anni della mia vita non lo avevo ancora raccontato a nessuno” ha anche detto Tedesco.

Intanto il comandante dei Carabinieri, il generale Giovanni Nistri, si è rivolto a Ilaria Cucchi in una lettera di quattro pagine inviata quasi un mese fa. Lo scrive Repubblica, che allega la prima pagina della missiva, datata 11 marzo. “Abbiamo la vostra stessa impazienza che su ogni aspetto della morte di Suo fratello si faccia piena luce e che ci siano infine le condizioni per adottare i conseguenti provvedimenti verso chi ha mancato ai propri doveri e al giuramento di fedeltà – scrive il comandante -. Abbiamo la vostra stessa impazienza – scrive il generale Nistri – perché il vostro lutto ci addolora da persone, cittadini, nel mio caso, mi consenta di aggiungere: da padre”. Il comandante si impegna a procedere in via disciplinare: “Comprendiamo l’urgenza e la necessità di giustizia, così come lo strazio di dover attendere ancora. Ma gli ulteriori provvedimenti, che certamente saranno presi, non potranno non tenere conto del compiuto accertamento e del grado di colpevolezza di ciascuno”, ciò varrà per il processo in corso alla Corte d’Assise e “indefettibilmente per la nuova inchiesta avviata dal pubblico ministero, ora nella fase delle indagini preliminari”.

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