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Caso Siri, Arata intercettato: “I politici quando li usi paghi”

Secondo gli inquirenti, lʼimprenditore, si sarebbe mosso per Armando Siri “affinché questʼultimo ottenesse un incarico di governo”.  “Un po’ i politici li conosciamo ma sono come le banche, li devi usare! E ogni volta che li usi, paghi, basta! Non c’è l’amico politico, non c’è l’amicizia in politica”. E’ quanto afferma Paolo Arata, indagato per corruzione, in un’intercettazione, parlando con un imprenditore. Gli inquirenti scrivono negli atti che Arata “pur non facendo esplicito riferimento alla tangente ma recando riferimento a Siri, esternava l’eloquente considerazione”.

Paolo e Federico Arata tentarono di avvicinare, senza riuscirci, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, tramite l’ambasciatore americano, al fine di fare ottenere ad Armando Siri un incarico governativo. E’ quanto emerge dall’informativa della Dia. “Nella serata del 17 maggio 2018, Federico Arata chiama il padre Paolo dicendogli senza mezzi termini – si legge nell’informativa – che Armando Siri lo aveva chiamato poco prima chiedendogli di contattare l’ambasciatore americano in Italia (verosimilmente Lewis Michael Eisenberg) affinché costui intervenisse sul presidente Mattarella per ‘sponsorizzarlo’ per un incarico governativo, poi aggiungeva che aveva provato a chiedere a cardinale Raymond Leo Burke di avvicinare il suddetto ambasciatore, senza ottenere l’effetto sperato, atteso che il cardinale gli aveva riferito di non avere rapporti con quel diplomatico”.

Nell’intercettazione Federico afferma: “papà, Armando che mi ha chiamato poco fa… mi ha detto se potevo fargli arrivare qualche sponsorizzazione dall’ambasciatore americano che a quanto pare… boh… si sente con il presidente Mattarella e allora papà… omissis… il cardinale non lo conosce questo ambasciatore e l’ambasciatrice quell’altra sta in America quindi mi ha… l’ho chiamato ma mi ha detto che è… era difficile che poteva… anzi è difficile non… potrei avere anzi un effetto contrario e comunque non… lo conosce e quindi…”. I due Arata non riuscendo ad avere un collegamento “con l’ambasciatore tramite il cardinale, concordavano di provare ad agevolare Siri cercando di raggiungere l’ambasciatore tramite Steve Bannon (ex consulente del presidente Trump ). Federico Arata afferma: “poi ho scritto… poi… visto che tutto il giorno come al solito che mi sento un quell’altro… ha detto… poi dopo gli ho scritto… a quest’altro qua e lui è amico dell’ambasciatore”. Il padre quindi chiede: “Cioè Bannon dici… stai parlando giusto?…Si si…usalo perché Armando è un amico”.

Arata intercettato: “Nel dl rinnovabili faccio mettere ciò che voglio” – “Mettiamo mano al 100% al decreto sulle rinnovabili, l’ho fatto bloccare. Datemi qualche idea di cosa volete che venga messo dentro… E facciamo mettere quello che vogliamo”. Così Arata, ex consulente della Lega per l’energia, parlava con il figlio nel maggio del 2018 secondo quanto riportato dagli inquirenti.
In un’altra intercettazione, l’imprenditore parla con Manlio Nicastri, figlio del “re dell’eolico” Vito, in relazione ad alcuni incentivi sull’installazione degli impianti. “Questi Cinque Stelle rompono sempre i cog…, però ormai sono sulla via del declino totale. Ieri sera è venuto da me a cena Siri, l’incentivo… dissi che non c’è un provvedimento a cui agganciare il… non è che lo possiamo mettere così. In due son passati, uno non è passato per colpa del M5s, adesso siamo molto più forti quindi ce lo fanno passare, non è questo il problema. Gli ho detto agganciamolo allo Sblocca cantieri, però che senso ha? Questo è un provvedimento energetico, il primo che si alza dice: che ca…o c’entra? Toglietelo, è inammissibile…”.

Sul punto interviene Nicastri affermando: “Questo emendamento doveva rientrare nel nuovo decreto, questo delle rinnovabili…”. E Arata chiosa: “Adesso c’è un rapporto di forza diverso, diciamo la verità. Ma io prima o poi lo faccio passare questo, certo se (incomprensibile) adesso, di nuovo, hanno messo la pregiudiziale per il commissario perché dicono che sono di Forza Italia, ieri sera proprio….questi rompono sempre, però ormai sono sulla via de declino totale”.

L’imprenditore, “forte della provata disponibilità di Siri, che gli aveva consentito di bloccare il cosiddetto decreto Calenda e fiducioso nel fatto che lo stesso senatore avrebbe a breve ricoperto un rilevante incarico di governo, diceva al figlio che grazie a Siri, appunto, avrebbero avuto la possibilità di far inserire nel prossimo decreto sulle rinnovabili norme di favore rispetto ai loro investimenti siciliani in quel settore come detto condivisi con il noto Vito Nicastri”, scrivono gli investigatori.

Arata, si legge poi nell’informativa della Dia di Trapani depositata a Roma in vista dell’incidente probatorio in programma per giovedì 25, si mosse per Siri, “affinché quest’ultimo ottenesse un incarico di governo”. Arata, secondo quanto scrivono gli inquirenti nell’informativa, disse “al figlio di avere ‘sponsorizzato’ tramite Gianni Letta, Siri a Silvio Berlusconi che lo aveva addirittura chiamato”.

Già dal mese di aprile, si legge a pagina 87 dell’informativa depositata in vista dell’incidente probatorio, Arata “spingeva” la candidatura di Siri per un importante incarico governativo. A tal fine oltre ad interessare ripetutamente Gianni Letta, Arata ricorreva all’aiuto del cardinale Raymond Leo Burke, importante esponente della Chiesa cattolica” e, il 6 aprile del 2018, al telefono con il cardinale, “auspicava un intervento dell’alto prelato direttamente su Giancarlo Giorgetti in favore di Siri”, scrive chi indaga.

Arata si rivolse a Siri chiedendo ed ottenendo che nel contratto di governo tra Lega e 5 Stelle si parlasse di biometano, onde poter utilizzare tale argomento a proprio favore”, si legge a pagina 39 dell’informativa della Dia di Trapani sull’inchiesta legata al minieolico nella quale l’imprenditore e l’ex sottosegretario leghista Siri sono indagati per corruzione. Negli atti depositati viene allegata la pagina del contratto di Governo Lega-M5s in cui si fa riferimento al biometano.

Dalle intercettazioni si evince anche che “c’è stato un momento in cui mentre si formava il governo qualcuno come Arata ha dichiarato di volermi controllare nominando un sottosegretario agli Esteri dove si pensava andassi. E’ un fatto gravissimo”. La denuncia è del vicepremeir Luigi Di Maio. “Se qualcuno, esterno al governo, ha provato a manipolare le scelte dell’esecutivo mi aspetto – e lo chiederò alla magistratura – la massima chiarezza. Se qualcuno ha provato a controllare o sabotare l’azione del M5S al governo pretendiamo la massima chiarezza”, ha aggiunto.

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