Economia e Welfare

CINA, NUOVO CAMPIONE DEL GLOBALISMO

La risposta è venuta dalla conferenza dal titolo “Cooperating with China as a new global champion”, svoltasi in Assolombarda a Milano,  che rientra nelle attività del nuovo Programma Cina promosso da ISPI e Pirelli e da Focus Cina, progetto sulle opportunità di business delle province cinesi.

Ogni volta che si partecipa ad una conferenza sulla Cina si resta stupefatti: dati e cifre offrono un’immagine del Paese sempre nuova, pochi anni  equivalgono a una generazione di qualsivoglia Paese occidentale. Nel 2020 la Cina conterà su una classe media di 250 milioni di persone; lo scorso anno registrava 260 città con oltre un milione di abitanti (in Europa sono 18 e negli Usa 10). Ogni anno sforna 5 milioni di laureati altamente preparati, utilizza 90.000 robot, il 31% di quelli operanti nel mondo, percentuale che salirà al 40% il prossimo anno. Il progetto Belt and road Initiative, da noi più romanticamente chiamato Nuova Via della Seta, destinato a legare Europa e Cina con una serie di infrastrutture  terrestri e marittime, coinvolge 60 Paesi, più della metà della popolazione mondiale, tre quarti delle riserve energetiche e un terzo del prodotto interno lordo globale.

I dati degli investimenti diretti: boom dell’M&A cinese in Italia (da un valore di 2,5 miliardi nel periodo 2009-2012 a 20,4 miliardi dal 2013 al primo trimestre di quest’anno), con una crescita apprezzabile anche in senso contrario da un modesto 0,2 miliardi a 2,5 miliardi.

Mercato di enorme interesse quello cinese, quindi,  ma certamente non l’Eldorado, in particolare per le imprese italiane. Per citare, l’imprenditore che intende localizzarvisi ha a che fare con 18 “autorità” burocratico-amministrative, talvolta con normative contraddittorie, e con competenze sovrapposte.

Ma la Cina sta cambiando, e con straordinaria rapidità come al solito: riduzione di dazi, possibilità di acquisire la maggioranza di società in vari settori, la possibilità di vincere cause giudiziarie in loco ne sono alcune testimonianze.

Nell’ottica di una politica che intende strappare agli Usa – tra le altre cose – anche la bandiera della globalizzazione e del libero mercato, la prima  maxifiera dedicata esclusivamente all’importazione di prodotti e servizi dall’estero: l’International Import Expo che si terrà a Shanghai dal 5 al 10 novembre ed è destinata a diventare una piattaforma annuale di attrazione di business. Si prevede un afflusso di 150mila operatori economici; l’Italia sarà presente con un grande padiglione nazionale, ed esporrà inoltre in spazi settoriali comuni  dedicati ad abbigliamento e accessori, alimentare e bevande, apparecchiature medicali, macchinari intelligenti e servizi (design).

Tra ambasciata italiana in Cina (9 addetti commerciali contro i 50 dell’ambasciata tedesca e i 30 di quella francese)   e Assolombarda   sarà istituito uno «sportello virtuale» per facilitare i contatti a distanza delle piccole imprese italiane con interlocutori cinesi.  L’Italia sarà quest’anno il Paese d’onore alla Western China International Fair di Chengdu il 20-24 settembre. Imminente, invece, il Business Forum Italia-China, che si sdoppia in due città – Dalian (provincia di Liaoning) e Qingdao nello Shandong – dal 18 al 22 giugno.

Più che a un’epoca di cambiamento, siamo a un cambiamento d’epoca per la Cina. Che nei confronti dell’Italia ha grande rispetto e considerazione in quanto abituata a mettere in rapporto le due antiche civiltà, quella romana e quella cinese, appunto. Ma ci chiede  un approccio a 5C: concretezza, continuità, comunicazione, creatività, credibilità.

Che non sempre siamo in grado di garantire: come imprese siamo credibili – mentre i tedeschi dicono “Questa è la nostra tecnologia, prendere o lasciare”, noi diciamo “Questa è la nostra tecnologia, come possiamo adattarla alle vostre necessità?” – come sistema Paese un po’ meno.

Rischiamo di perdere il ruolo di terminale-chiave mediterraneo del progetto Nuova Via della Seta a causa delle incertezze e confusioni della politica nostrana.   Occorre attivare solidi tavoli istituzionali che offrano una visione e un percorso, senza approssimazioni, con chiarezza di progetti e appuntamenti costanti.

Alla conferenza, l’ISPI ha presentato il nuovo rapporto «China: campione di (quale) globalizzazione?», coordinato da Alessia Amighini, che affronta in termini problematici le questioni legate al nuovo ruolo internazionale del Paese e alla sua ricerca di estensione di influenza in tutti i campi.

Sono intervenuti: Ettore SEQUI, Ambasciatore d’Italia in Cina (in collegamento da Pechino);  )Alessandro SPADA, Vice Presidente, Assolombarda; Marco TRONCHETTI PROVERA, Vice Presidente Esecutivo e Amministratore delegato, Pirelli e Co-Presidente Business Forum Italia Cina ; KUANG Yingqiu, Research Fellow, Asia-Pacific Foundation of Canada; Armando BARUCCO, Capo Unità Analisi e Programmazione, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale;
Renzo CAVALIERI, Of Counsel, BonelliErede e Università di Venezia “Ca’ Foscari”; Antonino LASPINA, Direttore, Ufficio di Coordinamento Marketing, ICE; LI Bin, Ministro Consigliere, Ufficio Commerciale, Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia
Michele SPARTÀ, Associate Partner, KPMG.

Achille Colombo Clerici

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