ultimissime

Clima, migliaia di studenti in piazza in 160 città: “Ci avete rotto i polmoni”

Giovani in piazza in tutta Italia:  La nostra casa è in fiamme

Decine di migliaia di studenti stanno manifestando nelle piazze di 160 città italiane per chiedere ai potenti della Terra di intervenire contro i cambiamenti climatici. Da Milano a Napoli, tanti giovani scandiscono i loro slogan: “Ci avete rotto i polmoni” e “Non rompeteci il futuro”. Solo nel capoluogo lombardo gli organizzatori parlano di 200mila persone. Su Twitter sono arrivati anche gli auguri di Greta: “Il cambiamento sta arrivando”.

Sono migliaia i giovani che a Napoli stanno prendendo parte al Friday for future. Poco più di un chilometro e mezzo interamente coperto da manifestanti. Il ragazzi hanno occupato entrambe le carreggiate e il traffico è completamente sospeso.

Con i volti dipinti di verde e di blu, e tanti striscioni colorati, anche gli studenti foggiani delle scuole medie e superiori sono scesi in piazza per protestare contro i cambiamenti climatici nell’ambito del Friday for future. In 2mila, secondo gli organizzatori, attraversano le vie della città. I ragazzi si sono radunati in piazza Italia scandendo lo slogan “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città, “Scendi giù, scendi giù manifesta pure tu”, “Siamo qui per il nostro futuro, siamo la generazione più a rischio”.

“Questa mattina siamo in circa 200mila a sfilare per le strade di Milano”. Lo ha detto Sara Brizzolara, una delle organizzatrici della manifestazione, aggiungendo che “fa piacere vedere che questo venerdì non stanno partecipando solamente gli attivisti che sono sensibili alla tutela dell’ambiente ma che questo tema abbia toccato tantissime persone di età diverse”.

Lo sciopero di oggi arriva in conclusione della #WeekForFuture, la settimana di manifestazioni per il clima indetta da Fridays For Future in tutto il mondo. La settimana è cominciata venerdì 20 settembre, con manifestazioni in 130 paesi nel mondo: secondo gli organizzatori, hanno coinvolto 4 milioni di persone complessivamente.

La maggior parte degli Stati hanno tenuto lo sciopero nazionale il 20: folle oceaniche si sono viste negli Stati Uniti, in Germania (1,6 milioni di manifestanti secondo FFF) e in Australia. Gli attivisti italiani hanno scelto di fare lo sciopero il 27, insieme ad altri 26 paesi: Nuova Zelanda, Thailandia, Myanmar, Mali, Eswatini, Gambia, Sudan, Arabia Saudita, Yemen, Ungheria, Slovenia, Grecia, Olanda, Belgio, Svizzera, Svezia, Spagna, Portogallo, Canada, Isole Vergini (Usa), Argentina, Venezuela, Aruba, Ecuador, Guam, Honduras. A Montreal in Canada sarà presente anche Greta Thunberg.


In Italia, nei giorni scorsi il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti (M5S), ha mandato una circolare ai presidi invitandoli a giustificare le assenze degli studenti che partecipano allo sciopero per il clima.

Non è mancata di conseguenza la risposta: “Caro Ministro Fioramonti, ci fa piacere il sostegno che ci ha dimostrato e siamo contenti che il tema dell’emergenza climatica sia finalmente di interesse (almeno a parole) per la politica. Ora, però, è necessario che le parole si trasformino in fatti. Queste sono le nostre richieste”. Comincia così un post sul profilo Facebook di Fridays For Future Italia, con il quale il movimento risponde alla circolare del ministro dell’Istruzione che invitava i presidi a giustificare le assenze degli studenti che si recheranno allo sciopero per il clima di venerdì 27. “Aumenti i fondi alla Scuola, all’Università e alla Ricerca per sostenere l’innovazione ecologica e rendere gli istituti scolastici 100% sostenibili – scrivono gli attivisti di FFF -. Riveda i programmi didattici per far sì che evidenzino chiaramente le tragiche conseguenze dell’utilizzo di combustibili fossili. Inserisca in tutti i programmi insegnamenti basati su modelli di sviluppo sostenibile. Interrompa tutte le collaborazioni tra il MIUR e le aziende inquinatrici che non abbiano ancora un piano di decarbonizzazione totale entro il 2025 e un piano esplicito di bonifiche e risarcimento danni (a partire da Eni, FCA, VW, Mc Donalds e molte altre). I presidi non devono applicare sanzioni disciplinari come il conteggio del limite di 50 assenze e la penalizzazione del voto in condotta per chi sciopera il 27 Settembre”. “Il banner al Ministero non ci basta – concludono i ragazzi del movimento di Greta Thunberg -, vogliamo azioni concrete per fermare il cambiamento climatico a partire da scuole e università!”.

 

 

 

Potrebbe piacerti...