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COZZOLINO(PD):”LA VITTORIA DEL SI NON APRE A NESSUNA DERIVA AUTORITARIA. BENE LA FIRMA DEL PATTO PER NAPOLI. ORA PERÒ, SI APRA UNA FASE NUOVA”

Il referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, è ormai alle porte.

Siamo dunque alle battute finali di questa campagna referendaria.

I Comitati del SI e del NO, continuano a fronteggiarsi a colpi di slogan e di spiegazioni del quesito, puntando su un tema, piuttosto che su un altro.

Chi si è schierato fin da subito dalla parte del SI, è Andrea Cozzolino, europarlamentare del PD e vicepresidente della commissione affari regionali del Parlamento europeo, che nella giornata di oggi sarà presente ad una delle tante iniziative organizzate e promosse dal comitato per il SI, nella città di Napoli.

Alla manifestazione, che si terrà al complesso di Santa Maria La Nova, con inizio fissato per le 18,30, tra gli altri saranno presenti il presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, il deputato Valeria Valente, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, simbolo della lotta al crimine organizzato e e numerosi esponenti regionali e provinciali del PD napoletano.

In vista della appuntamento del pomeriggio, abbiamo voluto ascoltare proprio il parere di Cozzolino, provando a concentrare la nostra attenzione anche su temi che esulano dal mero quesito referendario.

 

Onorevole Cozzolino, nel corso della Assemblea nazionale per il Mezzogiorno che si è svolta a Napoli, il premier Renzi ha rilanciato l’idea di un’Italia che non riparte senza il Sud. Cosa fare per rilanciare il Mezzogiorno? Quali misure mettere in cantiere?

Il governo, Premier Renzi in testa, credono nel Mezzogiorno e non solo a parole. L’approvazione dei Patti con le regioni e con le Città Metropolitane rappresenta un punto di svolta. Dopo anni di confusione, in cui s’era persa ogni traccia della certezza delle risorse in campo per lo sviluppo, si è finalmente tornati a una fase di programmazione concertata e di lungo periodo. Finalmente si torna a mettere in piedi una progettualità strategica in cui le risorse europee sono addizionali rispetto a quelle nazionali. Ho letto ricostruzioni fantasiose circa il presunto disequilibrio nella distribuzione delle risorse a livello territoriale. Al di là della polemica politica, che lascia il tempo che trova, i dati estratti dal Sistema dei conti pubblici ci dicono che mentre nel 2008 (governo Berlusconi) al Sud era destinato il 34% del totale degli investimenti in conto capitale, lo scorso anno la stessa percentuale era salita a oltre il 41%. D’altro canto, anche un istituto serio e rigoroso come la Svimez ha confermato che, dopo anni, il Sud a preso a crescere più del Nord. Non si tratta di un caso, ma è il frutto di politiche mirate. La sfida è consolidare e rendere strutturale quel dato. Agendo anche in Europa dove, come Italia e come governo, non stiamo conducendo una battaglia di retroguardia o di mero opportunismo politico. La nostra battaglia, insieme al Presidente Renzi, è quella di sfidare la stupidità e l’ottusità del rigido patto di stabilità per realizzare interventi essenziali per il nostro Sud, come la decontribuzione totale sulle nuove assunzioni. Continuando a lavorare in questo modo, credo, e con il coraggio di sfidare apertamente le logiche sbagliate che hanno governato l’economia a livello europeo, tutti insieme potremo riaccendere i motori della crescita anche nel Mezzogiorno”.
Di recente è stato firmato il Patto per Napoli tra Renzi e De Magistris, che sembra abbia contributo ad abbassare un po’ i toni dello scontro dialettico tra i due. Cosa ne pensa a riguardo?

“La firma a Napoli del patto per la città è stata la risposta migliore alle tante, troppe polemiche di questi mesi. La risposta a chi, in città, ha pensato che Napoli potesse governarsi senza il contribuito delle altre istituzioni e che ha il dovere di ricredersi. La firma del patto dimostra la volontà di superare con i fatti le divisioni e le sterili polemiche di politici in cerca di una qualche forma di visibilità, a danno dei cittadini. Grazie alle risorse stanziate si potranno finalmente aprire i cantieri di opere importanti per la riqualificazione e il rilancio della nostra Città. Certo, resta un rammarico, una fetta ampia dei 308 milioni di euro, infatti, dovrà essere utilizzata per aprire quei cantieri già finanziati nella scorsa programmazione e rimasti colpevolmente chiusi per incapacità dell’amministrazione comunale, che ha sprecato risorse già stanziate. Ora, però, è il momento di dire basta alle chiacchiere. Si apra una fase nuova, il comune di Napoli e il suo sindaco si impegnino a informare ogni sei mesi i cittadini sullo stato di avanzamento delle opere. Io continuerò, per parte mia, a monitorare e a tenere sotto controllo la spesa e i cantieri. Il patto è solo un primo passo, per il bene della città è necessario ora proseguire nella realizzazione del progetto per Bagnoli, uscendo dalle logiche partigiane e adoperandosi per l’esclusivo bene dei napoletani. Penso sia inutile continuare a lamentarsi dei commissariamenti se politica, istituzioni e forze socio-economiche della città non dimostrano, loro per prime, di essere all’altezza dei compiti che i cittadini gli hanno affidato”.

 

Questo pomeriggio a Napoli, al complesso monumentale di Santa Maria La Nova, si terrà una grande manifestazione a sostegno del Si al referendum del prossimo 4 dicembre alla quale lei parteciperà. Le ragioni del suo “Si” convinto al referendum

“Questa è una riforma di sinistra, di cambiamento, europea, che può favorire e rilanciare lo sviluppo del nostro Paese. Riformare il bicameralismo perfetto, superare le province, ridefinire i rapporti tra Stato e Regioni, accrescere il ruolo e la funzione degli Enti Locali nel rapporto con l’Europa, sviluppare un nuovo protagonismo diretto dei cittadini nel processo di produzione normativa, abbattere i costi e gli sprechi della politica sono alcune delle battaglie più significative che la sinistra ha combattuto negli ultimi 30 anni.

La vittoria del Sì non apre la strada ad alcuna deriva autoritaria. La Costituzione del ’48 è stata costruita soprattutto sui pesi e sui contrappesi perché in quel contesto storico prevalse il tema della riflessione più che quello della decisione perché, dopo il fascismo e con la guerra fredda alle porte, si temeva che il Paese potesse degenerare verso forme di autoritarismo. Oggi quel contesto storico è lontano. Con l’abolizione del bicameralismo paritario si supera il meccanismo della «navetta» delle leggi tra Camera e Senato che ha fin qui generato ritardi e sovrapposizioni. È un vero salto di qualità per accelerare tutte le riforme necessarie per rendere l’Italia un Paese più giusto, più solidale, ed allo stesso tempo più veloce, dinamico, competitivo, per creare sviluppo e lavoro. La Sinistra non conserva, innova: la sua missione è il cambiamento della società, ma il cambiamento si misura con la necessità di tempi rapidi. Oggi esiste un pericoloso fossato tra le Istituzioni ed i cittadini che percepiscono sempre di più queste ultime come lente, inutili e soprattutto incapaci di incidere in positivo sulle proprie vite.

Una sola Camera che approva le leggi, che concede la fiducia al Governo, ci avvicina alle democrazie Europee e Occidentali, ci rende più stabili e per questo competitivi. Una politica nazionale in settori strategici come l’energia ed i trasporti significa determinare un miglioramento della vita delle persone da Milano a Palermo ed allo stesso tempo accrescere la nostra forza come sistema Paese in questi due mercati internazionali sempre più strategici e determinanti per la crescita delle nostre economie.

La vittoria del Sì rafforza l’idea di una democrazia partecipativa e di un governo che decide e si avvicina alla vita dei cittadini. Noi abbiamo deciso di percorrere questa strada, perché questa è la strada della sinistra, e di dire SI all’Italia che vuole cambiare”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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