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DISTRIBUZIONE DEL REDDITO E DEMOCRAZIA.SE SI METTESSE IN CAMPO TUTTA LA FORZA DELLA SINISTRA DEMOCRATICA E RIFORMISTA.

Cosa rendeva le piccole città greche così forti da sconfiggere il potente impero persiano?
Era quello che Erodoto definiva ” un regime di uguaglianza” . Espresso in termini moderni si direbbe ” omogeneità nella distribuzione del reddito”. In sostanza un regime economico in cui non c’erano né povertà estrema né ricchezze scandalose. Ovviamente ciò riguardava i cittadini liberi non gli schiavi esclusi da ogni diritto perché considerati alla stregua di strumenti di lavoro.
Le società economicamente democratiche , nel senso dianzi chiarito, sono più coese e quindi più forti nei momenti di crisi e nelle difficoltà. Inoltre, come dimostrato da recenti studi del Fondo Monetario Internazionale (FMI) anche più efficienti dal punto di vista produttivo e dello sviluppo.
Sotto questo profilo l’Italia è un paese debole, diviso , ingiusto. Lo dicono le cifre nella loro terribile asciuttezza:
Il 28% dei cittadini possiede l’8% della ricchezza nazionale . All’estremo opposto l’1% più ricco ne possiede il il 25%. con una media pro capite superiore a 39 volte rispetto allo strato più povero… Se poi si guarda ai redditi familiari la situazione si fa drammatica. Il reddito “medio” di una famiglia di 5 o più componenti è al Nord di 50984 euro ,al Centro di 52480 ed al Sud e isole di appena 37943 col particolare che tale configurazione sociale è diffusa soprattutto al Sud . A Napoli, ad esempio, , nel quartier San Lorenzo essa costituisce il 20% di tutti i nuclei familiari ( Fonte: Ufficio statistico comunale)
Sono questi i problemi da risolvere.. Non bisogna scandalizzarsi se nei quartieri poveri del Sud il NO ha superato l’80%. Era l’unico modo di esprimere un disagio vero.
Bisogna rimettere in campo tutta la forza della sinistra democratica e riformista per diminuire le distanze
In questa situazione la lotta per lo sviluppo diventa essenziale con particolare riguardo alle iniziative per il rilancio economico del Mezzogiorno, sparito dai radar dell’azione governativa.
Un primo rapido intervento di sollievo ma non risolutivo potrebbe essere l’introduzione del “quoziente familiare” per il calcolo del carico fiscale .Tale istituto è già presente in Francia e in USA.
Ritengo ingiusto che ,a parità di reddito, una persona singola ed un capo famiglia con moglie e figli a carico paghino le stesse imposte e certamente gli sgravi previsti non sanano tale ingiustizia.. Sarebbe un segnale importante di attenzione verso un disagio reale. A leggere le cronache politiche e le susseguenti polemiche colpisce l’assenza di una visione prospettica dell’avvenire del Paese.
Tutto si riduce a tecnica parlamentare,, alla ricerca di maggioranze precarie in cui interviene in maniera pesante la questione Mediaset e del sottostante conflitto di interessi..
Siamo diventati un Paese senza argini esposto alle scorrerie di rapina del capitalismo internazionale più aggressivo.
Il segnale più grave è la gestione del risparmio pubblico degli italiani perché la Cassa Depositi e Prestiti, che è la sua cassaforte, è passata sotto controllo straniero senza che si siano prese misure per mitigare l’effetto di un controllo esterno su un “assetto” strategico di quel tipo.- Poche ed inascoltate sono state le reazioni di stampa e media. Non so quali rimedi possano essere presi ma vedere che un tale rivolgimento passi senza reazioni ufficiali della classe dirigente e nell’indifferenza del Parlamento è veramente scandaloso .

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