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Dramma forestali: se l’onda emotiva non basta

E’ stata una settimana ad alta tensione quella che ha visto per diversi giorni i forestali campani manifestare, fino allo scontro fisico con le forze dell’ordine, davanti alla sede del Consiglio Regionale della Campania. Un migliaio i lavoratori che hanno raggiunto Napoli presidiando gli uffici regionali in attesa di risposte concrete da parte della task force che ha riunito attorno a un tavolo l’assessore all’Agricoltura Daniela Nugnes, il presidente del Consiglio regionale Pietro Foglia, i capigruppo di maggioranza e opposizione, sindacati e i tecnici regionali.

Le risposte che i lavoratori del settore forestale attendono da due anni sono sempre le stesse: il pagamento degli stipendi degli idraulico-forestali arretrati in alcuni casi da oltre 18 mensilità; una seria politica di programmazione degli interventi e certezze sul futuro occupazionale degli addetti; la stabilizzazione per i dipendenti a tempo determinato delle Comunità Montane per i quali è previsto un percorso lavorativo che scadrà nel 2015. Particolarmente grave la situazione dei forestali irpini, che lo scorso novembre hanno anche perso un loro collega.

Si chiamava Franco Argenio e il suo nome è bene ricordarlo. La mattina del 15 novembre scorso Franco Argenio decise che la sua battaglia era giunta al capolinea e si tolse la vita. Seguirono giorni di grande clamore, di dichiarazioni accorate e interventi tranchant da parte dei sindacati e della politica tutta. A distanza di otto mesi la vertenza è ancora in una fase di stallo. Poche fiammate  in occasione di manifestazioni e presidi sotto i palazzi delle istituzioni: fuochi di paglia che si esauriscono appena l’onda emotiva si infrange sugli scogli dei conti. Quei conti che non tornano – stando alle dichiarazioni dell’assessore Nugnes – relativi alla rendicontazione 2011 che gli enti ancora non hanno concluso. Quei conti su cui pesa in maniera bipartisan la responsabilità della politica campana che dal locale al regionale ha, negli anni, infoltito il settore di addetti, rendendolo sovraccarico di forza lavoro ma senza prevedere adeguati strumenti di alleggerimento della spesa e sostegno degli occupati, e non vigilando sull’utilizzo dei fondi.

Colpe che l’opinione pubblica conosce, ed è probabilmente per questo che la drammatica vertenza dei forestali viene osservata con scetticismo e relegata alla voce ‘spreco’ da chi non vi è coinvolto in prima persona. Le proteste dei forestali infastidiscono, non convincono nessuno e non mobilitano oltre il recinto delle Comunità Montane. Nonostante la vertenza abbia dimensioni tali da poterla trasformare in una bomba sociale, vengono trattate con distacco salvo casi eccezionali, come quello del signor Argenio. Colpe che però oggi ricadono sulla prima linea del fronte di battaglia, cioè sulle vite dei lavoratori e le loro famiglie sempre più esasperati, in un territorio ad alto rischio idro-geologico e con gravi carenze in materia di prevenzione in cui la forestazione dovrebbe essere percepita come necessità e non come superfluo.

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