CAUSE DEI FEMMINICIDI. PERDENTI MA MASCHI. NUMERI CHE RACCONTANO DI UNA FEROCIA COSTANTE.

Nell’epoca dei piccoli e grandi amori, degli amori effimeri e dei divorzi veloci, i maschi che pretendono di avere la donna come possesso, come “mia”, per rabbia, pazzia,gelosia e paura di perdere la persona amata continuano ad uccidere. In Italia, nel 2016, ogni tre giorni una donna è stata uccisa dal marito, dall’ex marito, dal convivente, dal fidanzato o dall’ex fidanzato. A volte erano madri, altre volte giovanissime, erano comunque donne felici senza i loro orchi. Numeri e statistiche che raccontano di una ferocia costante, di chi vive la frustrazione dell’abbandono, la sconfitta. Ecco molti pensano, anche dopo anni, di essere stati sconfitti dalle loro donne e diventano malvagi. Non parliamo poi di tantissime donne che ricevono una menomazione, una violenza fisica, un attacco  violento con l’acido.

E poi i tanti casi di ragazzine  adescate dall’ex fidanzatino poco più grande di lei che vengono violentate dal branco. Scelte violente, fatte da vigliacchi che pensano così di essere grandi, maschi e vincenti. Una violenza che è anche violazione dei diritti umani e grave discriminazione.

Due considerazioni. La prima è che colpisce l’età di questi “malati” di atrocità. Se fino ad ora gli assassini avevano più di trent’anni, da un po’ di tempo a questa parte l’età media di chi uccide si sta abbassando. E non è un residuo del passato, anche di leggi sull’adulterio o altro. Sul piano sessuale ed affettivo si sentono privati o sconfitti da giovani.

In qualche caso un segnale, una denuncia erano stati degli avvertimenti inevasi. Andando a leggere la storia di questi uomini si scopre che erano violenti, a volte mal sopportavano la presenza dei figli, erano possessivi.

La seconda considerazione riguarda la comunicazione dei mass-media. Qualcuno si è chiesto: che  abbia a che fare con questi femminicidi anche lo spazio che i media danno a simili fatti? E’ possibile. L’emulazione, la voglia di essere da prima pagina di chi vuol essere considerato perdente, ma maschio sembra una contraddizione, ma è insita nel fenomeno.

Ma anche di queste persone rabbiose, annientate, distrutte, ostinatamente e pazientamente, caso mai incontrandole, dobbiamo ascoltare, parlare e rieducare.

 

 

 

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