CRISI CATALOGNA-MADRID:IL SILENZIO IMPOTENTE, NEUTRALE ED IMBARAZZANTE DELL’EUROPA. NEGOZIARE E’ DOVEROSO.

Dopo le urne e le manifestazioni, dopo i fumogeni e il sangue, la Spagna e la Catalogna rischiano di trovarsi dove si sarebbero trovate senza la violenza. Hanno perso tutti, compreso l’Europa. L’anno scorso, esattamente un anno fa, ci furono le elezioni regionali in Catalogna, con tantissima astensione e qualche apprensione.L’Europa si spacca nelle piccole patrie che prendono ossigeno dopo la vittoria alle regionali in Catalogna dei partiti indipendentisti i movimenti autonomisti o separatisti. Insomma un’Europa “delle Regioni” che progressivamente soppianta “l’Europa delle Nazioni”.
Il perfetto opposto di quanto i padri fondatori, dell’Europa dei popoli uniti, sognavano dopo la catastrofe della seconda guerra mondiale. Gli indipendentisti vincono, ma non vengono presi in considerazione dal governo spagnolo. Un terribile errore.

Già subito quel voto si misero in moto scelte, slogan, piattaforme politiche  per il diritto all’autodeteminazione del popolo catalano. Che uno sia pro indipendenza o anti indipendenza deve essere pro-democrazia ed avere il coraggio di lasciar decidere il popolo. Ed invece si ripeteva solo la litania che il referendum è una farsa, che era un problema di ripartizione finanziaria, i catalani populisti! E poi la riflessione più seria: La Costituzione spagnola va sempre rispettata, il voto non è legittimo.

Certamente la violenza non può essere una risposta, è da condannare, in queste fasi, ma già dal voto dello scorso anno, serve il dialogo. Ma la linea del silenzio di Bruxelles sta diventando un caso. La questione catalana non è soltanto spagnola, ma una questione di coesione sociale europea il presupposto dei fenomeni scissionisti è nella convinzione che chi sta meglio lo sarà ancor di più da solo. Non si possono, però, ignorare scelte politiche, sociali e i sentimenti di tanti catalani.  Ci vogliono canali giuridici e politici di dialogo. Ci vuole un patto sociale con la mediazione dell’Europa. Questo ruolo l’Europa in passato lo ha già messo in campo. Pensiamo alla guerra sanguinosa in Irlanda del Nord, alla difesa delle minoranze russe nei paesi baltici, al “divorzio di velluto” tra Cechi e Slovacchi. Ora deve muoversi per far dialogare Madrid e Catalogna.

Finora se ne stata a guardare, contenta di essere impotente e neutrale. Un atteggiamento imbarazzante. E’ stata una pagina vergognosa della storia fra Spagna e Catalogna. Non è più un fatto interno solamente, è una questione europea. Comunque vada sarà una ferita all’unificazione europea, ne mette a nudo ambiguità e interessi di parte. Se L’Europa fosse confederale, un’Unione di Stati, difenderebbe con più energia lo Stato spagnolo da una pretesa secessionista. Serve che scenda in campo la buona politica.

 

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