DE MAGISTRIS UN PO’ ALLA PODEMOS, UN PO’ ALLA TOTO’ RILANCIA I “NAPOLETANOS”. QUALI I LUOGHI DELLA POLITICA, I SAPERI E IL CIVISMO DEMOCRATICO PER RICONNETTERE GOVERNO E CITTA’?

Oggi la persuasione politica,la narrazione politica non riguarda più soltanto un laeder che sostiene le sue posizioni politiche davanti ad un pubblico,per lo più televisivo o radiofonico,riguarda una cassa di risonanza potenzialmente globale.Oggi i leader, ai vari livelli, trasformano i messaggi in antimessaggi, in referendum pro o contro se stessi. Passioni ed emozioni, avvenimenti e ricorrenze, bandane e banderuole si esaltano e si giustificano in nome del popolo.
Napoli:anche in questi giorni ci si concentra sulla parte trascurando il tutto che la contiene. Le buche, i trasporti, i burocrati, le periferie,i lavori perenni di via Marina il debito,il turismo,la microcriminalitàla camorra,….E poi cos’altro? Siamo a Napoli dove la politica non è più leggibile per punti cardinali . Qui dove De Magistris si è fatto incoronare re di Napoli e vuole combattere i poteri forti e corporativi,recuperare l’anima partenopea ed essere laboratorio nazionale,forse da qualche settimana regionale! Lancia “i Napoletanos”. Un po’ alla Podemos, un po’ alla Totó. È pronto a riprendere il dialogo con il Governo nazionale, adesso che non c’è più Renzi, ma anche a costruire da qui un’alternativa al duo Salvini-Di Maio, “in politica è legittimo”. Così potente da far sostituire il direttore del quotidiano ” Il Mattino?”

L’irruzione delle forze antisistema nel campo vuoto della politica è sicuramente una sirena d’allarme per i partiti. I primi partiti in città,alle ultime amministrative sono liste civiche. L’astensionimo in città,però,è una campana a morto per tutti.Come si stanno attrezando i vecchi e i nuovi partiti anche dopo la batosta delle ultime elezioni?

Nel disincanto di otto napoletani su dieci, De Magistris,a due anni dalla sue rielezione, incita il suo popolo e rivolto a Roma,e alla Giunta De Luca con tono incattivito proclama insinuazioni e disinformazioni nelle quali tutto è difficile da attribuire e da verificare. Insomma De Magistris vuole dare dignità nazionale ad una vittoria destinata altrimenti,dopo sette anni di Governo, a restare confinata nel campo del folklore. Parla al cuore e ai sentimenti di tanti giovani,inaugura,presenzia,esce in tv quotidianamente intervistato, spesso senza contraddittorio.

Il voto napoletano testimonia però che c’è un vuoto di appartenenza. Il sindaco vuole rendere collettiva una storia che ha ancora troppi caratteri personali. L’idioma delle appartenenze, l’antirenzismo(a proposito adesso che farà? Prenderà di mira Salvini o Salvini-Di Maio?) l’insofferenza delle regole portano con un pò di populismo alla vittoria e poi?  Il suo disimpegno alle ultime politiche, il suo stare alla finestra rischiano di essere troppo poco sul piano politico, troppo cinico, e di arrivare alle prossime tappe troppo tardi e in solitudine.

Certamente nei municipi rottamati è nata la terza repubblica. Il suo movimento Dema è molto circoscritto. Farà la prima uscita alle prossime europee o regionali? Qualche  domanda.

Ma come ha parlato e rappresentato i napoletani che non si sentono “napoletanos?”

E per questi quando finirà il tempo del silenzio, della delega e della rassegnazione?

E quali saranno i luoghi per riconnettere il governo e la città?

Quando inizierà il dialogo vero e serrato per costruire risposte concrete ai bisogni concreti dei napoletani?

 

Adesso i napoletani congelati,stanchi,spaventati e incattiviti aspettano risposte,non la guerra dei due mondi! Quando la marea cambierà completamente direzione?

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