DISABILITA’ E INCLUSIONE SCOLASTICA. META’ ALUNNI FUORI CLASSE. SOSTEGNO POCO EFFICACE PER 250MILA ALUNNI?

Inclusione scolastica, metà alunni fuori classe. Una popolazione in crescita,235mila alunni con disabilità iscritti alle scuole statali e circa 13mila nelle paritarie. Soltanto rispetto all’anno scorso è aumentata di 10mila unità. E a crescere, certifica l’Istat, sono soprattutto i disturbi specifici dell’apprendimento, quadruplicati negli ultimi anni, oltre alle certificazioni di disabilità che sono raddoppiate. Una vera emeergenza rispetto anche al rischio di una psichiatrizzazione di una generazione di figli, le cui difficoltà scolastiche si possono curare, invece, con l’educazione, con l’arte di tirar fuori il meglio dagli alunni. Occorre costruire e valorizzare le buone prassi per aiutare a superare le difficoltà e costruire una scuola inclusiva, una scuola di tutti. Pedagogisti, insegnanti e famiglie devono evitare che si torni alle scuole speciali. Spesso è proprio l’insegnante di sostegno che si autoesclude dalla classe. In Italia abbiamo 140mila insegnanti di sostegno e la grande scommessa è come gestirli, progettando una didattica diversa,meno burocratica, più universale, per tutti, anche aggiornandoli.

Invece il sistema sta diventando sempre più esclusivo, sotto la pressione dei test di valutazione e dei risultati di appredimento. Insomma i più deboli rischiano di essere messi da parte e si va incontro davvero a forme di tipo espulsivo.Prendere in carico la disabilità, mettendo al centro non l’assistenzialismo ma l’inclusione, il progetto di vita e l’accesso ai diritti, è un segno proprio di civiltà. L’Italia va in tale direzione da tempo. Non tutto, però, è perfetto, anzi. Si registrano pesanti esclusioni, incurie, talvolta maltrattamenti, scarsa attenzione mediatica. Se ne parla poco, si sa poco.

C’è speranza anche per chi non è un genio delle tabelline. Conosco storie di giovani che alle medie avevano un periodo faticoso alle spalle ed oggi insegnano dopo la laurea con lode.La scuola, poi, spesso appare come l’occasione mancata per eccellenza: a dispetto di un modello inclusivo esemplare, pionieristico e avveniristico a livello mondiale, la vera inclusione pare ancora da realizzare.

Allora attenzione a quarat’anni dalla fine delle classi differenziali, rischiamo che ciò che è stato fatto uscire dalla porta, rientri dalla finestra. dal punto di vista legislativo abbiamo una realtà all’avanguardia, ma con ancora importanti sacche di arretratezza sul versante dell’applicazione pratica delle norme. Con gli spazi di autonomia concessi ai dirigenti speriamo ci siano buoni margini di miglioramento.

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