GOMORRA NON E’ UN DESTINO. ROMPERE IL SILENZIO, SPEZZARE IL MURO DELL’OMERTA’, RIPARTIRE DALLE PERIFERIE.

La città di Napoli non può perdere la sua anima che è nelle periferie. E’ dalle periferie che dipende il destino di una città. Viviamo in una città non solo ingiusta ma anche poca dinamica e coesa.Una città che spesso non ha memoria,vive il muro dell’omertà. Nessuno può chiamarsi fuori, nessuno può pensare che la lotta alla corruzione,alla camorra sia un problema che riguardi altri. Penso che occorra ripartire dalle periferie, dalle diseguaglianze che lì si vivono, dal dinamiismo presente, dalla rinascita morale e sociale in atto attraverso una rete laica e cattolica. Nelle periferie si vive la speranza che è una virtù che a che fare con il futuro, è un guardare lontano anche con la Chiesa e nella Chiesa. Anche attraverso il giubileo della solidarietà e della misericordia. Sono stato al centro Hurtado di Scampia in occasione della presentazione del libro “Giubileo delle periferie,partendo da Scampia”,Marotta e Cafiero editori,scritto dal gesuita Valter Bottaccio. Le pagine del libro intessono l’esperienza personale di un uomo di fede e la sua riflessione,a volte amara, su una realtà esistenziale dentro il “gomorrismo” e la mancanza di senso.Nella prima parte il libro si occupa della fisionomia del camorrista, ma la devianza alla criminalità organizzata è anche un esito eclatante della corruzione e della latitanza della politica da questi luoghi. Spesso la criminalità politica si intreccia con quella organizzata e con la criminalità economica.

Su Scampia grava lo stigma mediatico del “Gomorrismo”. Però c’è anche una grande presenza di speranza, ma è come se mancassero le condizioni per farsi ascoltare e farsi proposta. Educazione, condivisione, testimonianza e poi? A Scampia,come nelle altre periferie,chi partecipa non decide e chi decide non partecipa e non promuove. Periferie come luogo di disagio e come stato esistenziale di emarginazione:senza servizi,senza negozi,senza uffici,senza vivibilità, senza sicurezza.

Gomorra non è un destino,c’è una realtà positiva del quartiere che può contrastarla se lo Stato e le Istituzioni, ai vari livelli, fanno al loro parte. Il libro ci offre molte suggestioni,le stratificazioni di diseguaglianze tra persone sono ben delineate.Tante belle storie. Il libro ci parla di defamiliarizzazione, rende non familiare qualcosa che lo è. C’è una pulsione creativa di una tensione continuamente rilanciata.

Nelle periferie,nei quartieri degradati, ci sono fragili equilibri che sono minacciati sia dalla malavita che dall’espandersi delle diseguaglianze.

Potrebbe piacerti...