La diffusione della televisione ha gradualmente trasformato le abitudini quotidiane dei suoi utenti.Il suo utilizzo cambia ritmi e abitudini, spesso viene additata come responsabile ed origine dei mali sociali che affliggono la nostra società,come strumento persuasivo,che ha una funzione emulativa,anche per sclelte violente.Informare e persuadere sembrano i suoi mandati. Non si può negare che la tv possa favorire la crescita e l’educazione, informare e persino formare attraverso programmi di qualità.Ma la Tv può persuadere, spingere cioè le persone a compiere gesti,azioni,fargli acquisire le convinzione del giusto,del bello del profitto.La televisione può essere utilizzata bene o male e può diventare oggetto da cui dipendere,quando in essa si cercano soddisfazioni ai propri bisogni o quando,in una società come quella attuale,questa diventa una finestra sulle innumerevoli crisi delle Istituzioni che hanno finito per delegare a questo mezzo di comunicazione compiti che non dovrebbe svolgere e per i quali la televisione non è stata progettata.
La tv come agente di socializzazione e come strumento di potere per manipolare la pubblica opinione. Incominciamo tutti ad educarci a toni meno eccitati e verità meno apodittiche.Mi interessa di più il grado di maturità, di serenità e di discernimento dell’utenza televisiva,oltre che il potere del telecomando.
C’è certamente un grado di separazione tra le aspettative e i risultati alla RAI. Certo è cresciuta negli ascolti,nella pubblicità,fruibilità su cellulari e I Pad. Fa, su fatti internazionali e tragiche giornate di violenza terroristica, decine di ore di altissima qualità. La RAI non deve far finta che il nostro Paese corra o sia sano,deve raccontare le condizioni di vita reale delle nostre famiglie,della nostra scuola,della nostra sanità. Ma i maxi stipendi di giornalisti e consulenti,di manager e giornalisti senza incarico gridano vendetta. Giornalisti che sparano a zero sulle Caste,che fanno analisi cliniche ai politici e poi prendono salari da 200mila euro,282mila euro,salari da nababbi! Ha ragione Carlo Freccero,indicato dal Mov5stelle nel consiglio d’amministrazione della Rai,che ha uno stipendio da nababbo,”questa operazione è come una tanica di benzina in una foresta,andava gestita con un acume politico.”