IL POPULISTA E’ L’ESATTO CONTRARIO DEL RIFORMISTA. E SCALFARI… CERCASI STATISTA DISPERATAMENTE.

 

 

Diciamo subito che il populismo che fa leva sul malessere e la paura delle persone, non si può battere con il populismo di Governo, ai vari livelli, delle narrazioni, delle battute ad effetto. Populismo è far credere al popolo che i suoi difetti sono virtù: avidità e paura prima degli altri. Il Populista è conservatore, ha paura delle novità, è l’esatto contrario sia del riformista che del rivoluzionario. I populisti di sinistra, quelli del “no,no,no” sono una delle cause fondanti del renzismo e della sua ossessione maggioritaria. Il Renzismo nasce soprattutto come rimedio, certo sbrigativo, un pò rozzo, alla mortificante stasi, all’inseguimento della “terra promessa”, all’inconcludenza e all’ammuffimento di una certa sinistra. La crisi economica del 2008, oltre a spazzare via i cascami di quei fantasmi che hanno infestato per vent’anni la scena politica italiana – berlusconismo e antiberlusconismo – ha innescato una serie di richieste democratiche dal basso: più rappresentanza, più uguaglianza di reddito, più formazione, più accesso alle risorse, più diritti civili.

Arrivano le elezioni, cambieranno uomini, prospettive e alleanze? Cambia la storia,devono cambiare gli uomini e se si è veramente riformisti, deve cambiare anche la proposta riformista, anche nel linguaggio, nei metodi, nelle relazioni, nel porsi.
Ed allora le elezioni non devono diventare un salto nel buio o peggio ancora una roulette russa.
La Sinistra nel suo insieme, che oggi spregia Renzi e la sua voglia di cambiare, dimentica o ignora lo stretto legame tra Renzi e le debolezze e la doppiezza farisaica che lo hanno generato.
Anche a Sinistra devono cambiare alchimie, tattiche, strategie, uomini  e alleanze. La ragionevole proposta di Giuliano Pisapia di ricucitura era un ponte, una utile strada per aiutare a riconnettere la sinistra al Paese e a non rassegnarsi all’implosione della democrazia. Provarci è  stato un dovere, visto che qualcosa di profondo deve essersi inceppato,nella politica, se annaspa in modo così vistoso. Io non brinderei per il suo quasi fallimento. Ecco che coloro che contestano a Renzi, a Grillo e a Casaleggio, o a Salvini, una vuotezza ideale, un trasformismo, una vaghezza dei programmi, non comprendono che è proprio questa la leva principale della loro forza politica, ne è anzi l’essenza. Ai cittadini poco interessano i problemi dei collegi, delle stiracchiate alleanze o i proclami grillini o le bramosie di potere di stampo Camussiano – Dalemiano. Queste storie, vedrete, tra non molto saranno già cosa vecchia! E a dirlo potrebbe essere proprio Berlusconi.

Il problema è che l’operazione mediatica che i grillini e gli amici dei grillini stanno costruendo non è nemmeno tanto sottile. Punta ad accreditare nell’opinione pubblica l’idea che le prossime elezioni saranno una disfida fra la destra e il M5s, con ciò suggerendo che il Pd è fuori gioco. Pertanto secondo questa suggestione gli elettori genericamente di sinistra dovrebbero votare Di Maio (poco importa se egli apprezzi la politica economica di Trump e abbia in simpatia il regime di Putin).

E veniamo a Renzi. Ha detto bene Scalfari di Renzi: “Più volte ho sostenuto che Matteo Renzi era un uomo capace di buon governo, ma aveva un grave difetto caratteriale: voleva a tutti i costi comandare da solo, sistema incompatibile con una democrazia, soprattutto di sinistra (quella non più comunista dopo l’arrivo alla testa del Pci di Enrico Berlinguer). Probabilmente non si tratta di un difetto caratteriale ma psicoanalitico: se conoscesse bene il fondo dell’anima e le sue conseguenze sul suo comportamento forse quel difetto scomparirebbe.”  Ecco il miracolo della collegialità, dell’apertura del PD al suo interno e al suo esterno, della consultazioni, delle campagne di ascolto, provvedimenti legislativi per rispondere ai bisogni reali delle persone.. Così, campagne elettorali su questioni serie, si ricomincerebbe a parlare di politica. Se questo avverrà il partito sarà profondamente rinnovato e potrà risolvere in qualche modo positivo il problema.

Cercasi statista disperatamente. Colui che pensa al domani del suo Paese indipendentemente dall’immediato tornaconto elettorale e personale.

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