LA PORTATA ENORME DELLE PRIMARIE COME STRUMENTO DI DEMOCRAZIA DIRETTA. NON E’ PIU’ IL TEMPO DELL’INDIFFERENZA E DELLA RINUNCIA.

Le Primarie sono un bello esercizio di democrazia. In un’epoca in  cui  l’autoreferenzialità è di moda e nel Mov 5 stelle, in Forza Italia e nella Lega comanda uno solo, il popolo delle primarie del PD, anche se qualche imbecille o pseudo giornalista le vuole sporcare  sono un segnale del popolo vero, non la democrazia farlocca del clic. Si chiama libertà e partecipazione. Non è un pannicello caldo. E’ un metodo di selezione, democratico e partecipato, delle classi dirigenti.

Domenica 3 marzo – quasi un anno esatto dopo le elezioni del 2018 – ci saranno le primarie per scegliere il nuovo segretario del Partito Democratico. I candidati sono il segretario uscente Maurizio Martina, l’ex vicepresidente della Camera Roberto Giachetti e l’attuale presidente del Lazio Nicola Zingaretti, che i sondaggi danno come favorito e che ha già vinto la prima fase del Congresso,quella in cui potevano votare solo gli iscritti al PD. “Sarebbe sbagliato non comprendere la delusione e la stanchezza di un popolo, quello di centrosinistra, provato dalle divisioni, dai litigi intestini, dalle scissioni di questi anni. Ma basta guardarsi intorno, in Italia e nel mondo, per convincersi che non è certo il tempo per l’indifferenza o la rinuncia. È tempo di dare un segno, tutti insieme, che la democrazia è viva. Che un partito è, prima di tutto, del suo popolo. Spero che, domenica, in tanti votino. E che il Pd riprenda, unito, il suo cammino”, così l’appello di Valter Veltroni.

La guerra delle primarie nel PD, con il passar del tempo, finisce sempre per diventare una lotta interna che genera robot di latta pieni di patacche.Insomma il PD e più in generale la sinistra spende tutta l’energia elettorale nello scontro interno e si presenta divisa e piena di lividi allo scontro elettorale:un reattore partitico e di democrazia in funzione del singolo! Poi c’è questa strana manovra al ribasso e al rialzo sul numero dei partecipanti.  Renzi mostra o di non curarsi più sia di chi le vincerà sia  di quante persone si recheranno al voto. Romano Prodi si augura una grande mobilitazione di massa. Sicuramente sarà un grande esame di coscienza.

Da un lato vogliono portare ai seggi i delusi e gli antipatizzanti dell’ex segretario, dall’altro vedendo che l’operazione appare tutt’altro che facile invocano la soglia del milione di partecipanti per dire che il Partito è ancora forte nel Paese,anche dopo la scissione e le sconfitte.

Ritorniamo alle lotte interne delle primarie, anche alle vecchie liturgie per le liste di appoggio ai candidati segretari.

“La follia di queste primarie – ha sottolineato  Massimo Cacciari – è che il Partito democratico in questa situazione si trova ad eleggere il segretario e il gruppo dirigente a un mese dalle elezioni europee. Avrebbero dovuto farle a settembre. Sembra che lo facciano apposta a farsi del male”. “Non ho capito per quale motivo Giachetti – ha aggiunto Cacciari – si sia dovuto presentare alle primarie del Pd. È evidente che se il Pd vuole suicidarsi il più presto possibile si deve porre in continuità con la gestione Renzi”.

“Una delle carte di Renzi – ha concluso Cacciari – per fare terra bruciata è dire ‘mai alleanze’. Ma quando mai in politica si dice ‘mai alleanze’ ? Persino il Partito Comunista negli anni peggiori dialogava con la Democrazia Cristiana. Questo di Renzi è un discorso folle, significa non conoscere l’abc della politica. E purtroppo è così perché sono ceti dirigenti completamente sradicati. Non c’è stata alcuna formazione di un gruppo dirigente tranne che nella Lega dove invece c’è un gruppo dirigente non disprezzabile”.

Difficile ad ogni modo immaginare una massiccia affluenza ai seggi se si considera che il Pd è reduce dalla batosta elettorale del 4 marzo alle politiche (con il minimo storico di 6,1 milioni di voti, pari al 18,7%), che i segnali di ripresa alle regionali di Abruzzo e Sardegna riguardano più la coalizione di centrosinistra che il Pd, e che le primarie dem hanno visto un costante e inarrestabile calo dei partecipanti.

Buone primarie a tutti. La posta in gioco è alta.

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