MILITANTI E NON CHE FANNO LA MORALE AL PD. PARRESIA,FIGLIOL PRODIGHI NEL PD.CHI E’ SENZA PECCATO CI PENSI DUE VOLTE PRIMA DI RISCAGLIARE LA MONETINA!

Parresia:”libertà di parola,schiettezza,franchezza”, tutti a voler,nel PD, parlar chiaro, tutti a reclamare libertà di parola sfrenata, ma pochi,pochissimi ad ascoltare,con umiltà e con cuore aperto, nessuno a fare autocritica. Molti militanti a fare la morale al PD dopo il tracollo del 4 marzo. E migliaia di non votanti al PD che dettano al PD la linea politica. ” Cerco di tenere i fili con tutti”, questa la linea di Maurizio Martina il reggente del PD. Il no all’Aventino spacca i Dem. Con la sonora sconfitta eccetto Renzi nessuno a fare passi indietro,ma tutti pronti a mettere i puntini sulle “I”. Ecco i posizionamenti,ecco i tradimenti, ecco i distinguo, ecco chi si smarca. Tutti a dire che la sconfitta non si può nascondere sotto il tappeto,che spetta ai giovani l’azione riformatrice, ad una nuova classe dirigente, ma nessun reduce,non solo di età, sottopone a giudizio le antiche posizioni e i suoi vecchi retaggi, la sua rendita di posizione.Tanti sono pronti, ad attivare percorsi critici, a sbattere la porta, ad uscire dal partito, a pontificare sui social, tutti a dare l’altolà a qualsiasi apertura programmatica o di Governo. Molti insulti hanno superato le proposte. Viviamo in un tempo emotivo.
Tutti a raccontarci che parlano chiaro,ma nessuno è disponibile ad abbassare il volume,nessuno che si considera “figlio prodigo.” La necessità di essere responsabili passa per viltà, tradimento. Se qualcuno dice di essere in sintonia con il Quirinale è tacciato di essere amante del potere.

Quasi nessuno a fare autocritica, in particolare quelli che hanno governato il partito ai vari livelli. La domanda è coraggiosa e un filino retorica: a che punto siamo con la formazione politica, con i progetti, con l’apertura di circoli e sezioni chiuse? A che punto siamo con i governi locali? Il PD è alla guida di diverse Regioni dove c’è stato il tracollo, perché? Perchè il PD e la sinistra non lotta più contro le diseguaglianze?  Perchè non riparte dalle periferie, anche quelle esistenziali? Come riformare la democrazia e rinnovare la politica? Come dare risposte al risentimento, alle tensioni sociali, al populismo?  Davanti alle sfide dell’economia globale e delle migrazioni, davanti al risentimento e alla voglia di sicurezza, la socialdemocrazia è sulla difensiva, non al tracollo. La sinistra ha perso lo sguardo su molte cose, ma la gente ha anche smarrito la capacità di valutare fatti e persone con spirito critico. Occorre ripartire dai territori e dal nuovo “civismo”. Quelli che si augurano una rigenerazione profonda della terza metropoli italiana devono battere il populismo , il consociativismo e le divisioni interne al PD. Deporre le armi, abbassare i toni non è reato, è un imperativo etico e sociale. E’ un lavoro lungo che chiede perseveranza e sistema di ascolto. ma anche aria nuova, luoghi nuovi di discussione e decisioni, persone nuove.

E’ necessario ricominciare a fare politica dal basso, riprendendo l’idea dell’Agorà.

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