Cultura

GENNARO ANNESE, IL DOPO MASANIELLO

Gennaro Annese (1604-1648) fu uno dei capi della rivolta napoletana del 1647-48, successiva alla morte di Masaniello (16 luglio 1647).

Durante la rivoluzione, Masaniello lo nomina capopolo ed  il 21 agosto 1647 con l’esercito popolare assale l’altura di Pizzofalcone, Castel dell’Ovo e Castel Nuovo.

Questi furono i primi atti della Repubblica Napoletana.

anneseAnnese, giovane popolano dall’animo ardito, combatté la tirannide spagnola affianco del nobile Francesco Toraldo, generalissimo del popolo.

Annese rappresentava l’orgoglio comune, mentre Toraldo aveva l’ambizione aristocratica di primeggiare. Segretamente,  Toraldo è tremendo rivale di Annese e maggiormente lo odia quando sa che l’Annese è segreto ma corrisposto amante di sua sorella. Toraldo gli organizza un imboscata  ma Gennaro scampa al pugnale dell’assassino e perdona.

Quando però viene a sapere che Toraldo, oltre un suo personale nemico, è anche un traditore, la pietà scompare e fa giustiziare il nobile.

Gennaro Annese venne considerato un personaggio ambiguo, dai modi bruschi al limite della prepotenza. Di mestiere faceva l’armaiolo (da qui la storpiatura del suo nome in “Arnese”) ed era analfabeta.

Dopo la scomparsa di Masaniello, Gennaro dovette sin da subito affrontare l’attacco delle navi spagnole capitanate da don Giovanni d’Austria, rifugiandosi nel torrione del Carmine dove aprì il fuoco in direzione del porto.

Chiese aiuto al Papa e alla Francia, affinché’ sostenessero il popolo napoletano e si rivolse al duca Enrico di Guisa per un sostegno militare.

Il 22 ottobre, dopo la proclamazione della Real Repubblica Napoletana, assunse il pieno comando, coadiuvato da un gruppo di personaggi tra i quali  spiccava l’avvocato Vincenzo d’Andrea.

Con l’arrivo delle truppe francesi il duca di Guisa assume il controllo del potere, lasciando ad Annese l’incarico di comandante del Torrione del Carmine. Ma dopo un po’ l’esercito francese mostra il suo vero volto non mantenendo le promesse fatte e lascia i napoletani alla mercé delle truppe spagnoli sopraggiunte per restaurare il potere dei viceré.

Il 6 Aprile 1648 gli spagnoli entrano a Napoli e la conquistano senza alcuna difficoltà. Gennaro Annese, fatto nel frattempo senatore dai francesi, viene accusato di alto tradimento. Si arrende solo grazie all’intervento del cardinal Filomarino, che lo convince a consegnarsi pacificamente. Viene arrestato con tutta la sua famiglia, moglie e figli, dal viceré conte di Oñate il 12 giugno. Torturato e sottoposto a un rapido processo sommario, fu giustiziato il 20 giugno 1648 a Castel Nuovo.

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