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GLI INVESTIMENTI FERROVIARI

A stare alla logica gli investimenti in infrastrutture vanno fatti dove esse sono carenti. Il sistema ferroviario meridionale e insulare è allo stremo. Dunque penserete:”Adesso il governo si mobilita e provvede”.
Ma la logica non ha diritto di cittadinanza in questo caso.

Degli 8971 milioni stanziati, solo 474 sono destinati al Sud. Circa il traffico pendolari l’obiettivo è di consentire l’ingresso in stazione di un treno ogni tre minuti. Anche in questo, campo gli investimenti si concentrano sulle arre metropolitane del Centro-Nord: Roma, Firenze, Milano, Torino, Bologna. Per il Sud non un euro
Non parliamo poi del trasporto regionale. a fronte di un  finanziamento di 296 mln per Sud continentale e isole, ce ne sono 415 per la sola Toscana. Per non parlare del traffico merci. Si potenziano valichi e collegamenti fra i porti settentrionali e la rete ferroviaria e niente è previsto per i Sud. Nemmeno per Gioia Tauro, che pure ha quintuplicato le partenze merci

A quale logica corrispondono queste misure? La Serracchiani, in un convegno tenutosi al San Carlo l’anno scorso ed al quale partecipai intervenendo, disse chiaramente che per il governo, i porti strategici e fondamentali, erano quelli della Liguria e dell’Alto Adriatico ( Trieste ,Ravenna, Venezia). Quelli meridionali avrebbero avuto, dunque, un ruolo residuale. Da semplice cittadino, mi alzai a contestare una simile miope visione che non consente al Sud di intercettare gli incrementi di traffico derivanti dal raddoppio di Suez. Il comune non c’era e la Regione tacque.
Qual è la logica di tali misure? Mi riesce difficile dare una spiegazione razionale che non sia quella, ripeto miope, di concentrare gli investimenti sull’attuale “core business”, ignorando completamente non solo le potenzialità del Sud, ma anche la necessità nazionale di avere un sistema portuale e infrastrutturale efficiente per le regioni del Sud, terminale obbligato delle rotte da e per il Far East che passano da Suez e dallo stretto di Gibilterra.
L’Italia è attraversata da 4 corridoi T-TNT che non possono essere interrotti immediatamente a sud di Roma.
Una scelta del genere, dice chiaramente che il Sud è l’ultimo dei pensieri del Governo. La protesta deve nascere non dal solito rivendicazionismo meridionale, ma dalla visione seria degli interessi generali del Paese. Un Sud non competitivo, non aiuterà il Nord, anzi sarà un ulteriore elemento di debolezza strutturale dell’ Italia intera. Dov’è la voce delle Regioni Meridionali? Dei grandi Comuni ? Dei nostri parlamentari? Sarebbe il caso di svegliarsi, invece di aspettare che qualcuno su questi temi faccia demagogia senza costrutto!

P.s Chiedo scusa per la lunghezza, ma il problema non si può affrontare con qualche pungente battuta spiritosa.

 

 

 

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