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 I CAMBIAMENTI CLIMATICI INNESCANO UN NUOVO 1968 CON MOVIMENTI GIOVANILI DIVERSI DA QUELLI DI IERI, MA UGUALMENTE PORTATORI DI VERITA’ E A VOLTE DI UTOPIA

Sta per nascere un nuovo movimento, come quelli giovanili del lontano 1968. Anno lontano perché quei giovani non esistono più, c’è lassismo e superficialità in una gioventù  che non si può definire bruciata anche perché i migliori talenti sono già andati via dall’ Italia, ma nettamente diversa da quella dei moti studenteschi del 68’ si. Oggi gli studenti si uniscono tramite i social, il web, negli anni settanta la gente si incontrava per strada  e si aveva più voglia di lottare, di cambiare il mondo cosa che oggi è utopia vera. Ciò tuttavia, esistono oggi gli attivisti dell’ambiente, i quali per i cambiamenti climatici stanno portando avanti, in tutto il mondo, una richiesta : “Attuate oggi stesso la transizione dal modello fossile a quello delle energie pulite e rinnovabili, per evitare all’Italia, all’Europa e al mondo intero gli effetti degli sconvolgimenti climatici: catastrofi naturali, gravi carestie e i conseguenti fenomeni migratori fuori scala. Chiediamo di abbattere del 50% le emissioni di gas serra rispetto all’epoca preindustriale entro il 2030, per raggiungere Zero emissioni nel 2050”.

 

Quindi si è creato un movimento giovanile di protesta sui temi del clima, la  cui leader mediatica è Greta Thunberg, una ragazzina svedese di 16 anni che ha deciso di scioperare dalla scuola ogni venerdì. Recentemente è andata a parlare in Polonia alla conferenza del clima Cop 24 ed ha inchiodato i politici con un discorso memorabile che si concludeva così: “Non siamo venuti qui per pregare i leader a occuparsi della crisi del clima. Tanto ci avete ignorato in passato e continuerete a ignorarci. Voi non avete più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no: il vero potere appartiene al popolo. Grazie”.

Per Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food, quello che sta accadendo fra i giovani è importante, infatti spiega che  : “Siamo davanti a un fenomeno storico di grande rilevanza: parliamo di un movimento di proporzioni inimmaginabili che è destinato a lasciare un forte segno sia, appunto, per le dimensioni che per i contenuti unificanti. Molti anni fa, nel 1968, i giovani scelsero di lottare contro l’autoritarismo e al fianco della classe operaia. Questo fenomeno, invece, è partito in maniera autonoma grazie alla testimonianza di una giovane svedese ma ha avuto la capacità di diffondersi repentinamente. È figlio dei nostri tempi e di una comunicazione digitale che amplifica i messaggi e li diffonde”.

Insomma stanno rubando il futuro ai giovani con il lavoro che non c’è, e se vi è non è inerente agli studi o ai propri sogni  e con un clima che fa paura e che spinge a pensare che la specie umana sia una sua preda.

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