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I NICARAGUENSI IN FUGA DALLA COSTA RICA

È il Costa Rica il salvacondotto per  i nicaraguensi per fuggire dalla dura repressione del governo del presidente Ortega che finora ha causato oltre quattrocento vittime, il flusso va avanti da settimane. Ormai ogni giorno sono centinaia uomini e donne del Nicaragua che varcano la frontiera ecco cosa ha dichiarato uno studente nicaraguense alla France Presse appena giunto in Costa Rica«Stiamo fuggendo dal regime di Ortega perché in Nicaragua protestare è un delitto, ci hanno anche minacciato di morte». Il numero dei profughi al momento è stimato in circa 25.000,  e rischia di aumentare a dismisura, nel caso dovessero proseguire le violenze e la crisi politica. Con qualche difficoltà, in Costa Rica si sta cercando di gestire l’emergenza, anche se da qualche decennio ormai il paese più prospero e pacifico dell’America Centrale è abituato a fare i conti con i migranti.  L’ultimo intervento di accoglienza di massa risale a due anni e mezzo fa, quando per mesi migliaia di cubani e haitiani, che intendevano raggiungere gli Stati Uniti, furono bloccati al confine con il Nicaragua, che non permetteva loro di proseguire il cammino. La Chiesa è in prima linea nell’assistere i migranti nicaraguensi che arrivano in Costa Rica. Il vescovo di Ciudad Quesada, S.E. José Manuel Garita, in una dichiarazione al Servizio di Informazione Religiosa (SIR) conferma che la diocesi settentrionale e frontaliera costaricense «In seguito all’aggravamento della situazione in Nicaragua e al numero dei rifugiati, la Conferenza episcopale ha emesso lo scorso 20 luglio un comunicato in cui invitavamo i fedeli a essere solidali, vicini e accoglienti con i fratelli nicaraguensi, costretti a fuggire dal loro paese e a cercare ospitalità in Costa Rica. Abbiamo ricordato le ragioni dell’ospitalità e dell’accoglienza, sostenute in molti brani dell’Antico Testamento, e soprattutto il mandato evangelico dell’amore».

Raffaele Fattopace 

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