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Il 21 novembre del 2004 la camorra uccide Gelsomina Verde, vittima innocente

Il 21 novembre del 2004 la camorra uccide un’altra vittima, ma questa volta non è un errore. Gelsomina Verde viene prima torturata e poi uccisa brutalmente da alcuni sicari del clan Di Lauro durante la prima faida di Scampia. Il delitto ha scosso l’opinione pubblica sia per le motivazioni, sia per i modi cruenti con cui è stata ammazzata Gelsomina. Dopo aver subito torture, la ragazza è stata uccisa e il suo corpo venne dato alle fiamme all’interno della sua auto. La sua “colpa” è stato quello di aver frequentato, per un breve periodo, Gennaro Notturno appartenente agli scissionisti.

Aveva 22 anni Gelsomina quando è stata ammazzata, era giovane e piena di vita. Lavorava in una fabbrica e nel tempo libero praticava il volontariato, sia con i bambini che con i detenuti e con quella malavita non aveva nulla a che fare, fu proprio questo il motivo di rottura con Notturno. “Una sera di quel maledetto novembre successe quello che tutti sapete, erano le due del mattino e a casa mia arrivarono i carabinieri – ha raccontato il fratello di Gelsomina negli anni –  Mio padre terrorizzato mi guardava: che hai fatto? Purtroppo io nulla. Mina aveva pagato con la vita il legame con un uomo del clan. Che lei aveva pure lasciato per questo. Ma non è morta per difendere lui, solo per non assecondare la camorra che voleva da lei l’ordine di uccidere. Non le ha mai date le foto di Gennaro a Notturno, per non cedere al ricatto, per non autorizzare l’omicidio. Premere un grilletto è facile, il peggio viene dopo.” 

La famiglia di Gelsomina è riuscita, in parte, ad avere un po’ di pace nel 2006 con la conclusione del processo penale che ha condannato all’ergastolo Ugo De Lucia ritenuto l’esecutore materiale e Pietro Esposito condannato a sette anni e quattro mesi di reclusione. Una terza persona è stata coinvolta e processata ossia Cosimo Di Lauro, condannato all’ergastolo perché ritenuto mandante dell’omicidio. Nel 2010 però venne assolto dall’accusa.

Sono passati esattamente 13 anni dalla morte di Gelsomina Verde ed è sempre bene ricordare le atrocità commesse dalla camorra, per non dimenticare mai di cosa è capace la criminalità organizzata. Scampia negli anni è riuscita a riscattarsi, a reagire e a creare una cittadinanza attiva. Numerosi sono, infatti,  i comitati e le associazioni che la popolano e tra di esse vi è una che prende il nome di Gelsomina Verde. L’Officina delle culture “Gelsomina Verde” è uno spazio aperto al quartiere in cui vengono svolte diverse attività, al suo interno è possibile trovare lo sportello anticamorra e servizi destinati ai minori e ai detenuti. Uno dei tanti esempi di come sia possibile resistere a Scampia.

 

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