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IL CASO DI QUARTO, M5S ALLA PROVA DELLA COERENZA

Parliamo di Quarto, il comune amministrato dall’unico sindaco del Movimento 5 Stelle in Campania, e di Rosa Capuozzo, primo cittadino del suddetto comune. Sulla tv nazionale si è già discusso della faccenda che ha coinvolto la cittadina in provincia di Napoli, non tanto però delle infiltrazioni camorristiche che hanno minato l’amministrazione Capuozzo, appunto, quanto piuttosto la baraonda che si è scatenata negli ultimi giorni all’interno del Movimento. Come dire che quello di Quarto è stato solo un pretesto per scagliare una pietra contro Grillo e i suoi anziché fare luce ancora una volta su una piaga che ha infettato la regione da tempo ormai immemorabile.
Veniamo proprio a Grillo e alla sua schiera di fedeli, fedelissimi e meno fedeli, perché ci sono alcune incongruenze che saltano all’occhio, e che riguardano i pentastellati abbastanza da vicino, direttamente o soltanto, se vogliamo, di riflesso. Partiamo proprio dalla fonte principale di divulgazione del movimento, il blog di Beppe. A questo punto si sa già che Rosa Capuozzo è stata convocata dal pm Woodcock per chiarire alcuni aspetti della questione, pur non essendo indagata; si tratta semmai di aver assunto una condotta poco chiara, ma per il momento nessuno potrebbe dire che sia colpevole di alcunché. Sappiamo pure che è stata invitata a dimettersi, e mentre annunciava di voler rimanere lì dov’era, ferma al suo posto, Grillo s’è detto che non poteva più far parte del movimento, ed è arrivata l’espulsione. L’ha comunicato proprio tramite il suo blog, facendo sapere che chiedeva “con fermezza a Rosa Capuozzo di dimettersi e far tornare ad elezioni Quarto”.
Colpisce, però, il fatto che in questo come in altri post ritorni assillante il paragone con il PD, che non fa che ripetere in tutte le possibili salse quanto sia responsabile delle infiltrazioni criminali in politica, e quanto invece il M5S sia sempre stato puro e casto. L’impressione che se ne ricava, è quella di una lotta perpetua, in cui invece di spiegare, argomentare, chiarire, si coglie ogni volta la palla al balzo per accusare, infangare, incolpare. La verità è che non basta dire che si è migliori del PD e di tutte le altre forze politiche in Italia, perché la camorra, la mafia, le organizzazioni criminali non hanno credo politico e arrivano dappertutto, anche a minare un partito che ce la mette tutta per non perdere la propria onestà lungo la strada. Fermo restando che la condotta di Rosa Capuozzo è al momento irreprensibile, che cosa succederà semmai un giorno si scoprirà che all’interno del M5S non sono tutti santi? Che sapore avranno tutti quegli altri post sui politici indagati del PD?
Certo è che la politica è sempre una lotta per conservare gli elettori e farsi spazio tra gli avversari, ed anche a Grillo interessa salvare la faccia del movimento. Un partito che ha fatto della probità il suo cavallo di battaglia non poteva che decidere per le dimissioni del sindaco, ma allora perché aspettare così tanto? Forse in casa 5 Stelle speravano che il polverone non si alzasse mai, e così avrebbero risparmiato una figuraccia? L’hanno fatta comunque. Non si possono chiedere le dimissioni soltanto quando si tratta di centrodestra e centrosinistra. Lo stesso discorso va fatto anche per gli altri, ovviamente. Tutta quella parte del PD (tipo Pina Picierno e Rosaria Capacchione) che adesso chiede le dimissioni della Capuozzo, si batterà altrettanto alacremente per le dimissioni dei propri indagati, quelli che abitano le schiere del loro partito?
Una cosa va riconosciuta al M5S, ed è il suo impegno, forse più di ogni altro in questo Paese, a tenersi lontano da tutto ciò che è camorra, che è illegalità, che è criminale. Così come va pure riconosciuta una sorta di incoerenza che emerge da tutte le parti, e che ci impedisce di vederci chiaro. Soprattutto, come funziona davvero questo Movimento. Perché pare che Fico, Di Maio e Di Battista abbiano avuto una grossa parte nella vicenda e nelle decisioni di partito. La parola della Capuozzo ha contato un po’ meno. E se prima al vertice avremmo giurato che la posizione di Grillo fosse inattaccabile, adesso si comincia a vedere il Direttorio che avanza. Fatto sta che la base conta ancora ben poco.

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