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IL GIORNO DOPO IL TERREMOTO BREXIT: L’ITALIA TRA L’ESULTANZA DI SALVINI E LA DETERMINAZIONE DI RENZI.

In Inghilterra il 72,2% dei cittadini ha votato per il referendum e dopo un serrato testa a testa, ha vinto il Leave sul Remain decretando così l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. La giornata Brexit ha innescato un vero e proprio terremoto che ha colpito anche la borsa. Crolla Milano -12,5%, a picco la sterlina, male anche il petrolio. Tra esultanze e malcontento, tra la gioia di Nigel Farage e le dimissioni di Cameron domina comunque la preoccupazione per un effetto domino.
LE REAZIONI DELL’ITALIA. Matteo Renzi, rimandato il vertice con la direzione del Pd, convoca un summit a Palazzo Chigi. Un tavolo tecnico a cui hanno preso parte insieme al presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, quello dell’Economia Pier Carlo Padoan, il collega dello Sviluppo economico Carlo Calenda, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti Marco Minniti. Lunedì si confronterà con Hollande e la cancelliera Merkel. «Sono qui per dirvi che l’Italia farà la sua parte nel percorso che si apre. Il governo e le istituzioni europee sono nelle condizioni di garantire con ogni mezzo la stabilità finanziaria e la sicurezza dei consumatori-dichiara Renzi-. L’Europa è la nostra casa, la casa nostra e dei nostri figli e nipoti. Lo diciamo oggi più che mai, convinti che la casa vada ristrutturata, forse rinfrescata ma è la casa del nostro domani. Il 25 marzo 2017 ricorderemo i 60 anni della firma dei primi trattati europei: vogliamo arrivare a questo compleanno coinvolgendo e facendoci coinvolgere da tutte le istituzioni europee e segnando un lavoro comune di condivisione e unità perché noi italiani sappiamo cosa significa avere la responsabilità verso la storia. Essere responsabili verso la storia non significa solo avere responsabilità verso il passato, ma soprattutto verso il futuro. Arriveremo al 25/3 nella convinzione che nei momenti di difficoltà l’Europa tira fuori il meglio di se stessa. Dobbiamo cambiarla -continua- per renderla più umana e più giusta. Ma l’Europa è la nostra casa, è il nostro futuro».
La preoccupazione non tocca Matteo Salvini, che non nasconde l’entusiasmo “brindando” dopo il voto del referendum britannico. «Oggi è un gran bel giorno. Ora vediamo che succede». Il leader del carroccio, annuncia con la collaborazione della Meloni, la volontà di voler seguire l’esempio inglese, e di andare al voto. «Raccoglieremo firme per referendum. La coscienza dei cittadini si è dimostrata più forte dei banchieri. Ora l’Europa ha davanti a sé l’occasione di liberarsi dell’Unione Europea. Basta coi salotti dei banchieri». Meloni: «l’Europa è distante anni luce dai problemi della gente. he su questi temi siano sempre i popoli a scegliere e che le istituzioni europee vengano restituite alla gente e tolte dalla proprietà dei comitati d’affari. È una lezione di coraggio per tutti i popoli europei e un esempio che vogliamo seguire».
Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, non nasconde l’amarezza: «Rispettiamo l’esito del referendum britannico anche se è motivo di rammarico. Intendiamo riaffermare la validità storica e l’importanza per il futuro dei nostri giovani dell’Unione Europea e delle sue prospettive, che vanno rilanciate con convinzione». Giorgio Napolitano, invece, lancia un “appello affinché tutte le forze sociali e politiche e le persone di responsabilità ripensino i propri atteggiamenti e ne assumano tali da rafforzare le istituzioni, perché non prevalga il vuoto”.
Luigi Di Maio è invece favorevole all’esito del voto: «La Gran Bretagna è fuori dall’Unione – dice il vicepresidente grillino della Camera – e Cameron si è dimesso. Lo hanno deciso i cittadini britannici con il referendum. E’ la strada più cara al Movimento 5 Stelle, quella di chiedere ai cittadini un parere sugli argomenti decisivi per i popoli. Nessun governo deve aver paura delle espressioni democratiche del proprio popolo, anzi deve considerare il suo volere come il più autorevole dei mandati».
Gianni Pittella, europarlamentare chiede maggior coesione all’ Europa: «Sicuramente è un giorno molto triste per l’Europa, ma non è il funerale dell’Unione europea. Noi rispettiamo integralmente la volontà dei cittadini britannici e chiediamo che ci siano procedure veloci per la notificazione del recesso e per la negoziazione del rapporto che sarà tra UE e un Paese terzo, con ciò che ne consegue a danno dei cittadini britannici. Dopo questo risultato è indispensabile che le forze europeiste siano unite e sappiano dare risposte ai cittadini delusi dall’austerità. Abbiamo bisogno di una politica economica che rilanci la crescita e l’occupazione e che recuperi le aree sociali più emarginate e abbiamo bisogno di mettere in piedi un cantiere per una maggiore integrazione dell’UE: serve un governo economico e finanziario dell’UE, serve un bilancio comunitario forte, un ministro delle finanze dell’UE e serve che i cittadini si sentano più coinvolti nell’UE anche con l’elezione diretta del presidente della Commissione europea».
Andre Cozzolino, dichiara invece all’ indomani della notizia “Brexit”: «Questo venerdì non è stato facile per tutti gli Stati europei: l’incertezza politica determinata dall’esito del referendum si è riflessa nella sfera finanziaria. Le borse sono crollate e il valore della sterlina ha toccato minimi storici. L’Ue però ha basi solide e istituzioni forti: un’ossatura, costruita dopo la crisi finanziaria, che le permetterà di limitare gli effetti di Brexit sulle economie reali».

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