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Il risultato dell’ultimo campionato di calcio è stato determinato da una serie di decisioni arbitrali illegittime .La tesi scientifica di un gruppo di giuristi nel libro “Campionato di Calcio e Stato di Diritto” a cura di Guido Clemente di San Luca

 Ci sono numerose e documentate decisioni arbitrali illegittime alla base della vittoria della Juventus del Campionato di Calcio di Serie A 2017-2018. È la tesi, con tanto di dimostrazioni giuridiche, contenuta nel volume “Campionato di Calcio e Stato di Diritto” (Editoriale Scientifica) a cura di Guido Clemente di San Luca, professore ordinario di Diritto Amministrativo all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Si tratta di un lavoro collettaneo di un gruppo di autorevoli giuristi (dal magistrato Catello Maresca al penalista Giuliano Balbi) che analizza i più significativi profili di illegittimità nello svolgimento dell’ultimo campionato di calcio. “Il fenomeno calcio ha assunto una enorme rilevanza sociale ed economica – spiega Guido Clemente di San Luca – ed il suo svolgersi presenta problemi che hanno evidenti riflessi giuridici: questi vanno analizzati con serietà, anche perché rappresentano un prezioso indicatore di quel che sta accadendo in generale nella società e nelle istituzioni”.

 

Il libro sarà presentato venerdì 23 Novembre alle ore 15.30, in anteprima nazionale, all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con gli interventi di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Filippo Patroni Griffi, presidente del Consiglio di Stato, Amerigo Restucci, già Rettore dell’Università IUAV di Venezia e dello scrittore Maurizio De Giovanni, autore di numerosi libri anche di ispirazione calcistica (da “Storie azzurre” a “Il resto della settimana”).

 

Ad aprire la riflessione su “Calcio e diritto: il rispetto delle regole nell’era del VAR” saranno cinque Rettori delle Università Campane: Lucio d’Alessandro, Rettore dell’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa, Alberto Carotenuto, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope, Filippo De Rossi, Rettore dell’Università degli Studi del Sannio, Gaetano Manfredi, Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Giuseppe Paolisso, Rettore dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli. Per discutere di “Libertà d’informazione e diritto ad essere informati nel racconto del calcio”, che è uno dei temi specifici affrontati nel libro, ci sarà l’intervento del giornalista Paolo Chiariello, direttore di Juorno.it, che ha seguito per Sky TG 24 e Sky Sport il processo ordinario di Calciopoli.

 

Saranno presenti, insieme con il curatore del volume, Guido Clemente di San Luca, gli altri autori dei saggi contenuti nel libro: Giuliano Balbi, Roberto Barbieri, Claudio Botti, Vittorio Dini, Catello Maresca, Silver Mele, Francesco Pinto, Angelo Scala, Guido Trombetti, Carlo Venditti.

 

Da Cagliari – Juventus al ‘celebre’ Inter – Juventus con Orsato: l’analisi scientifica di quattro partite simbolo degli errori arbitrali dell’ultimo Campionato

 

“Nel volume, tra le altre cose, viene effettuata “la ricognizione delle norme regolamentari che sovrintendono al gioco (Regolamento del gioco del calcio e Protocollo VAR), soffermandosi analiticamente sulla loro morfologia giuridica per verificare criticamente la loro concreta applicazione da parte degli arbitri, in esercizio talvolta di attività più o meno vincolata, talaltra di attività caratterizzata da discrezionalità tecnica. L’esame, facilitato da tavole esplicative comprensibili anche da chi di diritto non s’intende, dimostra la illegittimità delle decisioni scrutinate, e si conclude avanzando il dubbio sulla liceità dei comportamenti assunti da alcuni arbitri, dubbio che risulta non infondato in base alla dimostrazione della palese ed inspiegabile illegittimità delle loro scelte. Vengono specificamente analizzate quattro partite esemplari dello scorso campionato: Cagliari-Juventus (6 gennaio 2018), Fiorentina-Juventus (9 febbraio 2018), Lazio-Juventus (4 marzo 2018) e Inter-Juventus (28 aprile 2018), con la dimostrazione giuridicamente scientifica che un corretto utilizzo del VAR avrebbe potuto sovvertire l’esito di quelle partite e quindi dell’intero campionato”.

 

 

Presentazione del volume: le ragioni scientifiche e accademiche alla base del lavoro: l’insegnamento sulle regole uguali per tutti

Estratti dall’introduzione al volume di Guido Clemente di San Luca

 

“Mosso dalla passione azzurra, avvertendo la frustrazione derivante dalla delusione per l’andamento dell’ultimo campionato di calcio e dalla forte sensazione che ciò non fosse avvenuto correttamente, un gruppo di studiosi ha provato ad interrogarsi, in maniera rigorosamente tecnico-scientifica, su alcune questioni di fondo che investono il contesto regolativo del gioco più bello del mondo. L’esame obiettivo e scrupoloso della morfologia delle norme del Regolamento del gioco del calcio e del Protocollo VAR, e l’analisi critica della loro applicazione, rientrano perfettamente fra i compiti istituzionali di chi studia ed insegna il diritto nelle Università, pubbliche o private che siano, alla stessa stregua di quel che concerne un qualunque altro oggetto di disciplina giuridica: dalla P.A. al mercato, dall’ambiente alla sanità, dall’industria al lavoro, dalla scuola ai beni culturali, al turismo, e così via. Il calcio ha acquisito ormai una significativa crucialità, fino al punto che il suo racconto ben può ritenersi servizio pubblico in senso oggettivo, anche perché il fenomeno investe molteplici e svariati profili di criticità dell’ordinamento generale: i principi di legalità e di separazione dei poteri, il rispetto della legge e delle sentenze, la libertà d’informazione, il diritto ad essere correttamente informati. Del resto – e veniamo alla seconda ragione della genesi del volume – oggi è sempre più difficile insegnare agli studenti di Giurisprudenza, perché avvertono nel profondo che l’applicazione delle regole è diseguale in favore dei più forti. Persino nel campionato di calcio. E rivendicano, fra gli altri, pure il diritto a un calcio ‘regolare’. I professori fanno molta fatica a convincere gli studenti che debbono conservare la fiducia nelle istituzioni, perché si sentono sempre più privati della speranza. Sono convinti che non ci sia niente da fare. Sono rassegnati ad accettare un mondo in cui il diritto si pratica effettivamente solo se fa comodo ai potenti. Vedono che pure nel calcio le regole non sono applicate in modo eguale, favorendosi i più forti senza rimedi praticabili, e finiscono per concludere che lo studio del diritto e delle istituzioni sia utile soprattutto in funzione del guadagno realizzabile, in modo, cioè, da poterlo mettere al servizio di chi paga meglio, per essere aiutato ad eludere o a violare la legge”.

 

 

Gli insegnamenti di Calciopoli e la differenza tra illegittimità ed

illiceità delle decisioni arbitrali

 

Clemente di San Luca conclude il suo saggio spiegando che va contrastato il luogo comune secondo cui “per fare affermazioni come quelle esposte nel volume ci vogliono le prove. Non è affatto vero. Una cosa è rilevare i fatti illegittimi – come qui si è fatto – altra cosa è rinvenirne le cause. Un osservatore ‘neutrale’, studioso o giornalista, che rileva un fenomeno illegittimo ha il dovere deontologico di segnalarlo, potendo solo supporne le cause”. Spetterebbe, poi, agli organi giurisdizionali preposti avviare le indagini sulle eventuali cause illecite di questi comprovati fatti illegittimi e “stabilire se ed eventualmente come ci sia stato dolo nel favorire la Juventus, non spetta allo studioso, ma al giudice (penale o sportivo che sia)”. Molto interessante su questo tema, la riflessione nel contributo del magistrato Catello Maresca, sugli insegnamenti, o come meglio spiega sui ‘non insegnamenti’, della vicenda Calciopoli. In conclusione secondo quanto emerge dal volume appare intellettualmente disonesto minimizzare la disapplicazione del diritto nel calcio, giustificando la vittoria della Juventus nell’ultimo campionato con la superiorità in campo. Perché se è un campionato è stato oggettivamente falsato dall’applicazione illegittima delle sue regole, anche il verdetto del campo risulta alterato.

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