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IL SENATO DA L’OK AL PROVVEDIMENTO SUL BIOTESTAMENTO CON 180 SI A FRONTE DI 71 NO

Dall’Aula del Senato si è avuto il via libera  al provvedimento sul biotestamento, in totale i  sì sono stati 180, 71 i no e 6 astenuti. Il testo diventa legge. Marco Cappato,  esponente dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni, aveva dichiarato in merito :  “Aspettiamo che la legge passi. Questa legge a 11 anni dalla morte di Piergiorgio Welby se passa stabilisce il diritto a sospendere le terapie senza soffrire e il diritto di farlo anche tramite il testamento biologico. Sarebbe un passo in avanti enorme nel rispetto della libertà di scelta delle persone che soffrono, dei malati terminali. La prossima legislatura sarà quella in cui chiederemo di discutere e approvare anche la legge per l’eutanasia legale. Naturalmente  e’ dall’inizio della legislatura che chiediamo questo e spero ci si sia accorti di come delle buone regole di fine vita incontrino una grande esigenza sociale e quindi meglio tardi che mai. E’ la battaglia di tutti quelli che ci hanno creduto anche in Parlamento. Non saremmo arrivati a questo punto senza il coraggio di persone e sono tante Welby Piludu, Fanelli, Fabo, Dominique Velati che ci hanno messo la faccia rischiando personalmente, esponendosi pubblicamente esponendo la propria sofferenza, il proprio dolore per conquistare una libertà per tutti“.  In conclusione Cappato, dice: “Lo dico anche a chi è contro e continua ad essere contro  possiamo essere almeno uniti nella battaglia per rispettare le scelte di cura, assistenza, di terapia di chi vuole vivere, certo per noi questo non può significare calpestare i diritti di chi a un certo punto decide che non ce la fa più e decide di voler morire”. E sul processo che lo vede coinvolto per la vicenda di Dj Fabo e su una eventuale condanna Cappato prosegue: “Vedremo. Io voglio cercare di fare prevalere delle norme su dei principi superiori che sono anche difesi dalle Carte internazionali e dalla Convenzione europea dei diritti umani. Se anche ci fosse una condanna il percorso non sarebbe finito qui. Non solo lo rifarei ma ho spiegato a processo che mi assumo la piena responsabilità di quello che ho fatto. Sto andando a dire ho aiutato Fabo e la legge del 1930, nel non prevedere un’eccezione per i malati terminali, in questo e’ una legge contraria non solo ai miei principi morali ma anche a quelli della Costituzione”.

A votare a favore ci hanno pensato: Pd, M5s, Liberi e uguali, Ala, Autonomie (con l’eccezione di Lucio Romano) e alcuni senatori del gruppo Misto. Contrari alla legge Ap, Federazione della libertà-Idea, Udc, Forza Italia (che ha lasciato libertà di coscienza), Lega.

Per il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Luigi Zanda è “una bella giornata per il Senato. È stata approvata una legge per la dignità delle donne e degli uomini. Abbiamo tutti diritto a una nascita dignitosa, a una vita dignitosa e anche, finalmente, a una morte dignitosa. Una legge che autorizza tutti noi  a prevedere, quando ancora siamo nel pieno delle nostre facoltà, in grado di intendere e di volere, a decidere che non vogliamo accanimenti terapeutici nel momento finale della nostra vita”.

Mentre per  la presidente della Camera Laura Boldrini l’approvazione della legge è un “positivo atto di responsabilità del Parlamento”.

Emma Bonino commenta cosi: “Qualche lacrima è uscita quando abbiamo visto il cartellone del voto, qualche emozione forte anche in ricordo di una lunghissima battaglia. Più di dieci anni fa quel dibattito insopportabile sul caso Englaro che mi toccava presiedere con qualche insulto. E quanto tempo, quanta fatica per arrivare a una legge di umanità”. La legge tutela il diritto alla vita, alla salute, ma anche il diritto alla dignità e all’autodeterminazione”, si legge nell’articolo 1 della legge che introduce la possibilità del “consenso libero e informato della persona interessata”, cioè un documento scritto  per esprimere le proprie volontà  riguardo alle cure e ai trattamenti.Sempre nell’articolo 1 è specificato cosa può essere previsto nelle volontà del paziente che ha il diritto di rifiutare “qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso”. Il medico deve sempre dare al paziente una terapia del dolore e l’erogazione delle cure palliative, adoperandosi per alleviare le sue sofferenze.  In più può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico, alla quale il medico è tenuto ad attenersi,  al progressivo evolversi della malattia

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