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Il VAR e l’arrivo del calcio 2.0 in Italia. Con il VAR scompare il calcio delle emozioni.

La serie A 2017/2018 è il primo campionato in cui stiamo assistendo al VAR (Video Assistant Referee).

Questa tecnologia dovrebbe ridurre il margine di errori arbitrali in una partita, visto che l’arbitro è in contatto con due assistenti che studiano un eventuale episodio dubbioso comunicandogli la decisione giusta da prendere.

Il Var ha un doppia utilità: correggere eventuali sbagli da parte dell’arbitro oppure segnalare episodi gravi sfuggiti al direttore di gara, ad esempio: goal, rigore, scambio d’identità o espulsione diretta.

Il Var non puo’ essere chiamato dalla squadra bensì solo dal direttore di gara in difficoltà, che puo’ a sua scelta anche visionare le immagini di un episodio che gli reca qualche dubbio a bordo campo in prima persona. L’arbitro fischia e indica con le mani la forma di uno schermo per recarsi a guardare il video.

Una volta spiegato cos’è il Var. Andiamo a vedere se la prima giornata di campionato del calcio 2.0 ha registrato qualche errore.

Al 37’ esimo minuto di Juventus Cagliari l’arbitro Maresca ha assegnato il primo rigore servendosi del Var; un intervento non ritenuto falloso è stato poi giudicato punibile e durante un calcio d’angolo a favore dei rossoblu il direttore di gara gli ha assegnato un rigore a favore.

Idem a Verona, prima di assegnare il goal al Napoli per una presunta carica sul portiere l’arbitro ha dovuto consultare il Var. A Milano e a Crotone il Var è stato più volte chiamato dai direttori di gara per assicurarsi di aver preso una decisione corretta.

A Bologna invece no: uno dei due assistenti di linea ha interrotto un’ azione da goal del Torino per fuorigioco, nella stessa azione Berenguer ha messo la palla in rete. La chiamata era sbagliata, ma l’arbitro non ha potuto servirsi del VAR perché aveva già interrotto l’azione, doveva invece lasciarla proseguire e se ci fosse stato bisogno rivederla con l’aiuto del VAR.

Quindi sì, forse verrà ridotto il numero degli  errori,ma non esisterà mai una partita perfetta. Che senso ha?

Che senso ha interrompere l’urlo di un tifoso per un goal un minuto dopo?

Che senso ha assegnare un rigore se magari si è dall’altra parte del campo?

Non è questo il calcio con cui abbiamo incominciato. Non è questo il calcio di cui ci siamo innamorati da bambini.

Non si puo’ non assegnare il rigore su Perotti vedendolo col VAR. Si puo’ non assegnarlo invece se solo l’arbitro non l’ha visto. L’arbitro è un essere umano e come tale puo’ sbagliare. Un calciatore puo’ sbagliare un rigore, un arbitro puo’ sbagliare una decisione.

Il calcio 2.0 è più tecnologico si, ma non è il calcio delle emozioni. L’urlo non puo’ essere stroncato o trattenuto in gola fino alla convalida. Lasciateli sbagliare gli arbitri, lasciateli urlare i tifosi.

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