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IV GIORNATA REGIONALE DELLA MISERICORDIA ORGANIZZATA DAI CAPPELLANI DELLE CARCERI. IL GARANTE CIAMBRIELLO:”SENZA AMORE C’E’ ARSURA,SENZA SPERANZA NON SI RINASCE.”

Se solo si pensasse che il perdono è l’unico strumento per raggiungere la felicità tutto
sarebbe più semplice. Quando si perdona non si cambia il passato ma solo il futuro.
Ieri, si è tenuta la IV GIORNATA REGIONALE DELLA MISERICORDIA degli istituti penitenziari della Campani, promossa dai cappellani campani degli istitui penitenziari. I detenuti si sono ritrovati a Pompei, per rivolgere le loro preghiere alla Vergine del Rosario. La Giornata, unica nel suo genere in Italia, dedicata ai detenuti, da anni è un momento dallo straordinario valore simbolico, un’occasione di riflessione sulla propria vita, sui propri errori e sulla possibilità di redenzione, nello stesso luogo in cui la storia racconta che il beato Bartolo Longo aveva rimediato ai fallimenti commessi in una gioventù lontana dalle fede. I detenuti,più di 150, assieme alle loro famiglie, si sono ritrovati, dunque, nel santuario fondato proprio dal beato che fece della sua vita una missione a favore dei bambini poveri, orfani, abbandonati o figli e figlie di carcerati, per i quali fondò istituti e orfanotrofi che offrissero loro amore e accoglienza che la società dell’epoca negava
loro. E’ stato l’arcivescovo di Sant’Angelo de’ Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia,
mons. Pasquale Cascio a guidare i pellegrini nella preghiera, delegato della
Conferenza episcopale campana per le Carceri.  La giornata è stata arricchita da tante
testimonianze, e in particolare dall’intervento del Garante campano dei diritti dei detenuti Samuele Ciambriello. Senza amore c’è arsura. Senza speranza non si rinasce, senza affetto si muore.”– ha poi continuato -“Abbiamo bisogno di sete d’amore equeste iniziative dimostrano l’amore dei volontari, dei cappellani è fondamentale.Queste iniziative sono dimostrazione che del carcere dobbiamo liberarcene, perché il carcere opprime, toglie la libertà ma non deve togliere il diritto alla socialità, agli affetti. Queste iniziative sono piccole cose ma dal valore non quantificabile. Senza Amore c’è solitudine. “ All’incontro erano presenti quasi tutti i direttori delle carceri campane, comandanti, agenti di polizia penitenziaria ed educatori. I volontari delle singole carceri hanno accompagnato le delegazzioni dei detenuti, autorizzati dai magistrati di sorveglianza ad essere presenti.
Non si tratta quindi solo di perdonare. Ma di farlo in modo diverso, riconoscendo che è stato davvero commesso un errore, ma affermando che la persona che l’ha commesso merita comunque di essere amata e rispettata.
Alessandra Martino

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