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“La febbre del sabato sera”: Mondragone è davvero Covid free?

Anche se nella fase 3 la parola d’ordine resta “cautela” gli assembramenti tra ragazzi continuano. Sono sempre di più le aree della città in cui vengono registrati assembramenti e comportamenti contrari alle norme anti-covid. Una di queste è Mondragone, una zona nel Casertano che la redazione di “Linkabile” ha approfondito più da vicino grazie alla collaborazione di Erika Siciliano. 

La movida mondragonese che inizia ogni sabato alle ore 23:00, sembra andare a gonfie vele ed essersi lasciata alle spalle il lunghissimo periodo di depressione dato dal lookdown.

Ma è davvero così? Zero mascherine, precauzioni e distanze tra i giovani, ritornano i calorosi saluti, i baci e gli abbracci, anche se si legge negli occhi il timore, ma la voglia di ritornare alla vita di prima è molto più forte a quanto pare. La “liberazione” è stata decretata dai dati forniti dall’Unità di Crisi della Regione Campania degli scorsi giorni: zero contagi su 2.918 tamponi, ma a sconvolgere tutte le speranze arrivano i dati di ieri sera, con 4 positivi su 2.494 tamponi, dando la certezza che i contagi ci sono e il virus contrariamente a quanto spera la vita notturna, è ancora qui dietro l’angolo.

Il Covid? Macché! Ma secondo te c’è ancora? C’è in Lombardia dove ci sono ancora più di 200 casi al giorno ma non qui…figurati!”, queste sono le parole dei ragazzi che passeggiano nella zona mare della città di Mondragone, in provincia di Caserta, più che convinti che l’incubo sia finito.

I bar sono colmi di persone in fila ad aspettare e negli spazi interni ad essi, si rispettano tutte le regole imposte dal governatore De Luca, tranne la chiusura: alle 2:00 i bar erano ancora aperti e per questo motivo è dovuta intervenire la polizia ben due volte, destreggiandosi tra la folla che non sembrava aver alcuna intenzione di terminare la serata.

“Che male c’è a stare qui, siamo all’aperto, ci sono le distanze, facciamo la fila, beviamo qualcosa…non è che non possiamo più vivere, siamo giovani e siamo stati relegati in casa per ben tre mesi, cosa vogliono da noi?” aggiungono i ragazzi.

Situazione particolare quella che ormai si vive da mesi, il virus ha cambiato radicalmente le nostre priorità ha amplificato le nostre paure, ci ha reso particolarmente vulnerabili, danneggiando la nostra economia e i nostri rapporti sociali ed ignorarlo è decisamente l’effetto placebo che tutti preferiscono: si deve ritornare ad una nuova normalità ma non si deve lasciarsi andare anche se la tentazione a volte diventa quasi irresistibile.

Non resta che aspettare e continuare ad essere prudenti e scrupolosi, condotta rispettata continuamente dalle forze dell’ordine del territorio, ma la situazione è molto complicata per l’estensione della sua superficie, diventandone la sua caratteristica sia benefica che malevola.

Gli spazi sono ampi e allo stesso tempo stretti, soprattutto nelle zone dove ci sono bar e questo rende più facile la formazione anche involontaria di assembramenti, ma dall’altro punto di vista non essendo confinati nei locali e potendo accogliere le persone all’aperto con il distanziamento dei tavoli in alcune serate non troppo carismatiche, la situazione è sotto controllo.

Di Erika Siciliano

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