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LA GERMANIA MINACCIA DI ESPELLERE GLI STRANIERI SENZA LAVORO, TRA CUI ANCHE GLI ITALIANI CHE RISCHIANO IL RITORNO IN ITALIA, SULLE ORME DELLA BREXIT

Prima la Brexit e adesso anche la Germania.  Angela Merkel, da sempre sostenitrice in Europa del verbo accogliere che fa rima con il verbo integrare, oggi non la pensa proprio più cosi. Infatti, circola la nota che  i cittadini comunitari «hanno libertà di soggiorno nel territorio federale se dispongono di a protezione sanitaria e di mezzi di sussistenza sufficienti». I destinatari, essendone sfortunatamente privi, sono pregati di trovarsi al più pesto  un lavoro, oppure fare le valigie e tornare in Italia. Tutto entro e non oltre i  quindici giorni. Altrimenti si procederà all’abschiebung. I sindacati mettono in risalto la non legittimità della nuova direttiva , perché se da un lato l’iniziativa è basata su una legge tedesca dell’anno scorso, dall’altro sembra muoversi in piena rotta di collisione con le convenzioni dell’Unione europea. Viene recapitata una lettera che mette al bando, i stranieri poveri, invitandoli a cercarsi un lavoro. Qualcosa sta cambiando nell’assetto dell’Europa, e sta cambiando in negativo, perchè si bada oggi come non mai alla sola ricchezza della Germania, lasciando fuori il proprio territorio quegli ideali di uguaglianza e integrazione obsoleti, ormai. Tutto ciò desta incredulità negli italiani che vivono in territorio tedesco, e incertezza per il futuro.

La trasmissione in italiano di Radio Colonia, ha raccolto testimonianze di giovani italiane che hanno ricevuto l’ultimatum dopo aver  appena partorito o fossero in stato di avanzata gravidanza: «Mi hanno comunicato che avevo quindici giorni di tempo, visto che non potevo provvedere a me stessa, per trovare un lavoro: altrimenti mi avrebbero rimpatriato e mi avrebbero pure pagato il viaggio a me e alle bambine se non potevo permettermelo».

Ma le minacce di espatrio non risparmiano nessuno,  hanno la maggiore frequenza nel Nord Reno-Westfalia, ma coinvolgono praticamente tutti i lander. «La cosa grave è che il caso non viene analizzato singolarmente, tutti ricevono queste lettere e non c’è scampo» dichiara  Luciana Martena, responsabile di un patronato di Dusseldorf.L’ ultimatum in questione si rifà alla legge del 2017 che  ha alzato da tre mesi a cinque anni la permanenza in Germania per accedere ai sussidi, ma che questo potesse tradursi, poi  in espulsioni di massa, lascia tutti a bocca aperta. Dall’accoglienza ai giovani, pieni di belle speranze, e di talento che in Italia non ha alcun potere se non accompagnato da una dose di conoscenze, viene depennato da una lettera di minaccia di espulsione coatta.

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