Cultura

La natura morta napoletana del Seicento: l’ ultimo libro di Achille della Ragione

La natura morta del Seicento napoletano costituisce un capitolo fondamentale nella storia della pittura europea a cui collaborarono giganti del calibro dei Recco e dei Ruoppolo, due celebri dinastie, Luca Forte e Paolo Porpora, Abraham Brueghel e Andrea Belvedere, ai quali si affiancarono una miriade di minori, noti solo a pochi specialisti.

I generisti partenopei, mentre disdegnarono i memento mori, tanto diffusi nella coeva natura morta fiamminga, furono talmente abili nel rappresentare i fiori, da farne sentire il profumo, mentre frutta e dolci fanno venire il desiderio irrefrenabile di addentarli.

Mancava da decenni un volume che trattasse con competenza l’argomento e bisogna perciò ringraziare Achille della Ragione per aver fornito, con un libro ricco di foto a colori, corredate da schede esaustive, agli appassionati del settore una bussola per addentrarsi in un viaggio affascinante tra pesci, colti magistralmente nel delicato momento del trapasso tra la vita e la morte, trionfi floreali sgargianti e dolci deliziosi da far venire l’acquolina in bocca ad un diabetico.

Un’opera che non potrà mancare nella biblioteca di studiosi e studenti e che potrebbe costituire una splendida strenna per santificare con cultura le prossime festività natalizie.

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