Cultura

La sfida del “Laceno d’Oro”: dal cinema all’impegno civile

Conto alla rovescia per la 39° edizione del Laceno d’Oro, il Festival del Cinema Neorealistico che dopo 26 anni si terrà di nuovo in provincia di Avellino. Si partirà il 18 agosto e fino al 5 settembre undici luoghi tra la città capoluogo, Atripalda e Mercogliano saranno coinvolti nella rassegna che deve i natali a Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio. Restituire il Laceno d’Oro agli avellinesi e agli amanti del cinema era tra gli obiettivi dell’assessore alla Cultura della città, Nunzio Cignarella, che con il sostegno dell’assessorato al Turismo della Regione Campania è riuscito dell’impresa.

La rassegna, nata nel 1959 grazie ai due giovani intellettuali irpini e legata a una delle località turistiche più belle dell’Irpinia, riuscì a ospitare giurati del calibro di Pier Paolo Pasolini, Domenico Rea, Cesare Zavattini, Carlo Lizzani, Marcello Gatti, Lina Wertmuller, Giuliano Montaldo, Luigi Zampa, Tinto Brass. Fermatosi solo nell’anno del terremoto, il Laceno d’Oro visse il suo periodo di massimo splendore tra la fine dei ’60 e i primi anni ’70. Il festival ebbe un ruolo di primo piano anche nella contestazione studentesca in Irpinia del ’68 quando la cinematografia alternativa e impegnata sul piano civile e sociale contribuì all’emancipazione intellettuale di un’intera generazione grazie alla visione di film prodotti nell’Est europeo, nell’Oriente indiano e vietnamita, in America Latina e nel Terzo Mondo. Ad ospitare le proiezioni era l’ex Cinema Eliseo creando così nell’immaginario di quei giovani avellinesi una fusione quasi mitologica tra il luogo simbolico del festival e quello fisico delle sale cinematografiche. Poi il declino e la chiusura della rassegna, la cui memoria è stata tenuta in vita grazie all’istituzione nel 2001 del Premio Camillo Marino.

Il ritorno del Laceno d’Oro quindi non solo restituisce ai cinefili campani una rassegna di respiro internazionale con un taglio sociale oltre che culturale grazie allo spazio riservato a pellicole che chiamano a riflettere, toccano tematiche di spessore ma solitamente, pur raccogliendo consensi e premi in tutto il mondo, restano al di fuori dei circuiti della grande distribuzione. La 39° edizione del Festival sarà anche l’occasione per far riappropriare gli irpini di un pezzo della loro memoria storica, e può costituire uno stimolo per la rinascita di una coscienza civile in una città che negli ultimi anni, tranne che per l’esperienza eccellente del Teatro Gesualdo e di piccole realtà di nicchia, spesso ha relegato la cultura in fondo alla scala delle priorità.  Il Laceno d’Oro insomma non sarà solo un luogo nostalgico, ma si presenterà alle nuove generazioni con un spirito rinnovato che punta a coinvolgere i più giovani e sfruttare le loro energie creando momenti di riflessione sul futuro della città e del Paese. Si colloca in quest’ottica la sezione “Post Cinema & Digital Video”, con performance e sperimentazioni che danno spazio alla dimensione multimediale del cinema attuale; ma pure il concorso di cortometraggi “Gli occhi sulla città”, in cui centrale diventa lo sguardo sulla città e la capacità di ripensare gli spazi urbani e magari farsi influenzare da essi. Il programma dettagliato dell’edizione 2014 sarà presentato mercoledì 13 agosto.

 

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