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L’accusa del magistrato Paolo Mancuso: “la polizia municipale a Napoli è scomparsa. I cittadini attendono risposte.” La riflessione sul quotidiano La repubblica.

di Paolo Mancuso°
Parlare di legalità nella vita della città – anche “metropolitana” – di Napoli è assai rischioso: si passa dal luogo comune all’indimostrabile assioma attraverso confini assai labili. E parlare di Napoli senza mettere i napoletani al centro della riflessione sarebbe fuorviante, specie se il tema è appunto la legalità. Una volta ricordo che il procuratore Lepore, nell’illustrare nel corso di una conferenza stampa un’indagine che incideva il bubbone del pervasivo fenomeno delle “ truffe assicurative”, affrontò anche il problema della mancanza di senso civico dei napoletani: ebbene, con un sentimento fra il desolato e il faceto, osservò che l’unica misura utile ad arginare la propensione dei nostri concittadini all’illegalità sarebbe stata quella di mettere alle spalle di ognuno di essi un poliziotto.

Ma, al contrario e per paradosso, mi capita invece spesso di pensare che Napoli è la città più rispettosa della legge in Europa, se è vero che la circolazione stradale, per fare solo un esempio, è possibile solo per la capacità di autoregolamentazione dei nostri automobilisti. Dove in Europa, se ci si pensa, esiste una tale assenza assoluta di controlli? Dove è possibile lasciare l’auto in seconda e terza fila senza che il traffico vada in tilt? O parlare al cellulare durante un sorpasso o cercarvi un numero da chiamare guidando uno scooter senza che ti ritirino almeno la patente? O utilizzare auto prive di assicurazione senza che te la sequestrino dopo qualche centinaio di metri? O passare col rosso senza che altri automobilisti o pedoni travolti non ti riempiano di contumelie? O guidare un motorino con tre o più persone a bordo, quando non intere famigliole, tutti rigorosamente privi di casco, senza che te lo sequestrino immediatamente? Ebbene, a Napoli tutto questo avviene, ma senza alcuna reazione.

È, ad esempio, affermazione costante (lo ha anche affermato il comandante Esposito della Polizia municipale) che non vi siano pene sufficienti per fermare i parcheggiatori abusivi ( anche se il Daspo, mi pare sia stato provato e abbandonato). Ma cosa c’è di più semplice che colpire con multe adeguate gli automobilisti che lasciano a costoro le loro auto? Esposito, in una recente intervista al TG3, ricordava gli ottomila verbali all’anno di contravvenzione elevati dai suoi uomini. Facendo un rapido calcolo, sono meno di 700 al mese, cioè un po’ più di venti verbali al giorno. Ma gli agenti della Municipale sono 2.700 ( contro i 4.000 della questura sull’intera provincia, con tutte le competenze che le sono affidate! E i poco più di 500 Carabinieri operativi in città!). Colpire con continuità questo fenomeno lo scoraggerebbe a prescindere (o assai più) delle sanzioni ai parcheggiatori, e certo sarebbe più semplice e più efficace. E allarghiamo il tema ad altri abusi: da quello edilizio a quello acustico, da quello degli spazi urbani e dell’igiene, dei rifiuti, dell’inquinamento, delle deiezioni animali, la questione è sempre la stessa: il controllo è inesistente.
Sempre il comandante Esposito ha recentemente affermato che uno dei problemi che affrontano i vigili urbani a Napoli è quello della mancanza di denunce della cittadinanza. Beh, mi farebbe piacere sentire cosa pensano di quest’affermazione un qualsiasi carabiniere di una stazione della città, o un ispettore della Mobile o un pubblico ministero: sono decine di anni che questo tema viene affrontato, ma nessuno per questo si rassegna all’inevitabile. Qui non si tratta certo di polemizzare con il comandante Esposito, ottimo ufficiale, che difende ovviamente il proprio Corpo mediaticamente, sforzandosi di ottenerne il massimo di efficienza all’interno, superando resistenze dei rappresentanti sindacali, interferenze varie, malanni e limitazioni funzionali più o meno reali.
Il tema allora diventa verificare i motivi dell’assenza di quel controllo, che, per istituzione, appartiene alla polizia municipale, la quale, si può dire con un’immagine, pur da “desaparecida”, rappresenta la prima sentinella della legalità urbana, essendo gli altri corpi di Polizia impegnati da altre attività più strettamente criminali ( che non mancano certo nel nostro territorio). E tuttavia quella sostanziale assenza di controlli ( mi contraddica chi vede all’opera i vigili urbani con un minimo di continuità nel proprio quartiere) alimenta il convincimento che le regole di cittadinanza, di leggi e regolamenti, ma anche di sola e semplice educazione civica (!) siano inutili declamazioni, superate dai bisogni, dalle “necessità” o addirittura dagli interessi di ciascuno.

È quindi indispensabile e urgente che la nostra amministrazione apra con la città un dialogo molto franco sui motivi della scomparsa della polizia municipale dalla nostra vita civile: sono pochi i 2.700 agenti ed ufficiali? Sono male organizzati? Esiste un eccesso di ricorso a certificazioni mediche? Sono mal distribuiti sul territorio? Hanno pochi mezzi e risorse? Vanno migliorati i servizi di notifica e controllo dei verbali di contravvenzione?

I cittadini napoletani che non ci stanno a questa sconfitta vorrebbero delle risposte.
 * Magistrato, articolo dal quotidiano LA REPUBBLICA Napoli

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