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LE DUE FACCE DI NAPOLI.RICOSTRUIRE UNA CITTA’ EFFICIENTE.

Leggevo dello “scivolone” di de Magistris che, nel “postare”, sul suo profilo Facebook le sue “sfavillanti” considerazioni sul Ferragosto Partenopeo, ha sostenuto il proprio ragionamento pubblicando foto che si riferivano allo scorso inverno. Foto d’archivio, insomma, nelle quali erano immortalate varie persone transitanti nel centro storico della città con tanto di giubbini e di cappotti. Una “mezza figurella” come diciamo da queste parti.

Mettiamoci, pure, le disfunzioni connesse alla (scarsa) fruizione dei mezzi di trasporto pubblico e quelle vissute sul lungomare “liberato” (per “l’occasione” occupato da bancarelle e da posteggiatori abusivi in ogni angolo disponibile) e “l’insieme” è parecchio grottesco e deprimente.

Napoli, ha sì riguadagnato l’attenzione dei turisti, ma il quadro complessivo è oltremodo negativo. Volendo sintetizzare, é la solita storia delle “due Napoli”. Delle due facce, parecchio tristi, della tessa medaglia.

Da un lato, la Napoli “aristocratica” (o, comunque, “borghesemente arricchita”) quella di Via Roma, di Piazza Plebiscito, del lungomare, del Vomero e della “nobile” parte alta della città: quella che ha sempre goduto delle “varie attenzioni” della nomeclatura; dall’altro, la Napoli del residuo centro storico e delle periferie abbandonate a loro stesse: posti dimenticati da tutti, salvo che dalla malavita.

Ovviamente, da quello che ho variamente letto sul web, non sono mancati nemmeno i momenti di follia. Se ho rettamente inteso, infatti, pare che “Giggino” ed i suoi collaboratori, da un palco sito in una pubblica piazza, abbiano invitato i Napoletani, per il prossimo settembre, ad andare a Roma per esigere (evidentemente “fecenne ‘o burdello”) la “Bagnoli liberata”! La solita mossa contro il “sedicente invasore”, insomma. Considerato cosa successe a Napoli in occasione della venuta di Renzi a Napoli qualche mese fa (con frange di attivisti dei centri sociali che costrinsero le Forze dell’Ordine a reagire ai loro assalti vergognosi) il quadro è parecchio preoccupante…

Ma lo scenario è questo, purtroppo. Tra chi indossa (abusivamente) la maglia della Polizia per fare un comizio e chi sospinge il popolo nella direzione sbagliata, le sceneggiate sono belle che servite.

Mi chiedo come mai non si inviti un popolo notoriamente amante della libertà “a fare burdello” contro la Camorra. Misteri che non “si spiegano”. Misteri di “politicanti” che non apprezzerò mai!

Ma, forse, è anche “normale”, è anche “fisiologico” che si consumi l’indegno spettacolo al quale siamo ultimamene esposti: a questi demagoghi, di alternativamente valido, almeno per ora, non c’è proprio nulla.

La conseguenza è, quindi, inevitabile. Ragionando solo su Napoli, da una parte, il 67% dei Napoletani non è andato a votare; dall’altro, chi si è avvantaggiato dei favori della “nomenclatura (fintamente) alternativa alla casta”, ha votato per la conservazione delle “mele annurche”, e nonostante fossero scadute da almeno 4 anni.

Non sappiamo che farcene di una “città ribelle”! L’autentico dovere è quello di (ri)costruire una città efficiente dove tutti, dai grandi ai più piccini, possano essere loro stessi, autodeterminandosi sulla base di scelte serie e consapevoli e dove si consumi il reale senso della libertà. La vera riscossa di questa terra partirà dalle periferie a condizione di saperle appassionare e di saperle ridestare dalla rassegnazione e dal torpore che da oltre vent’anni le attanaglia, costruendo (insieme) una nuova visione, un nuovo sogno ed una nuova prospettiva. Immagino una Napoli “in cammino” capace di riscrivere “pagine grandiose”. Solo che i “libri”, da soli, non si scrivono: un meraviglioso “scrittore”, ci vuole…

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