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Le figure di filosofi nel Maestro dell’Annuncio ai pastori

Una parte importante della produzione del Maestro dell’Annuncio ai pastori è costituita da una serie di ritratti di sapienti, anche se in molti casi l’autografia dei dipinti è border line.

Le figure di filosofi sono rappresentate dal pittore a mezzo busto, pensierose ed impegnate a meditare sulla caducità della vita umana. Spesso sono in compagnia di un teschio e non mostrano fierezza come nelle tele del Ribera, non incutono rispetto, né vogliono richiamare l’attenzione dell’osservatore, non si aspettano nulla, intente unicamente a guardare dentro se stesse. Nel guardarle si percepisce il tragico incombere della morte.

Cominciamo la nostra carrellata mostrando una tavola conservata nel museo Castromediano di Lecce, raffigurante Un vecchio che legge(tav. 1), in passato attribuita da Bologna a Francesco Fracanzano e che viceversa è un notevole esempio del Nostro artista eseguito intorno al 1630 per stringenti affinità con tele collocabili nello stesso periodo, come le due versioni del Figluol prodigo e le due redazioni del Gesù tra i Dottori. Passiamo ora ad esaminare una serie di quadri raffiguranti filosofi o quanto meno sapienti intenti a leggere o scrivere, nei quali compare uno strano monogramma, che in passato, con una cospicua dose di fantasia, ha spinto alcuni studiosi ad intravedere le iniziali di Juan Do. Partiamo da un potente dipinto(tav. 2) della collezione Koelliker di Milano, per mostrare poi Un vecchio in meditazione su un cartiglio(tav. 3) ed un Uomo che scrive(tav. 4) entrambi in raccolte private italiane.

Studiamo ora, partendo dalla parte centrale del celebre Studio del pittore,(tav. 5) una figura di vecchio, che ove mai fosse, come è probabile, l’autoritratto del pittore, lo mostrerebbe più vecchio dello stesso Ribera, il suo potenziale maestro. L’opera in esame, in passato attribuita per la sua qualità molto alta, al Velazquez, come ha dimostrato magistralmente Spinosa, va collocata cronologicamente tra il 1632 ed il 1639, che costituisce di conseguenza il periodo d’oro del maestro. L’identica figura di vecchio compare nella Lezione di greco(tav. 6), nella Morte di S. Alessio (tav. 7), conservata nel castello di Opocno e nel S. Andrea(fig. 8) della collezione Resca di Roma.

Esaminiamo ora una serie di dipinti appartenenti alla fase più antica del pittore, che seguendo la moda lanciata dal Ribera, dovrebbero rappresentare i cinque sensi. Il più famoso tra questi quadri è certamente La ragazza con la rosa(tav. 9) della collezione De Vito di Milano, nel quale la giovane donna viene ripresa con alto rigore formale emanando l’energia di un vero e proprio ritratto. Meno noto, ma sempre simboleggiando l’odorato, Il personaggio che annusa un fiore(tav. 10) di una privata raccolta milanese; mentre l’udito è simboleggiato dal Suonatore di liuto(fig. 1) e la vista dalla Ragazza con lo specchio (fig. 2) del Metropolitan di New York.

Anche i santi sono ampiamente rappresentati nel catalogo del Maestro dell’annuncio, che ribadiamo trattarsi di Bartolomeo Passante. Cominciamo a mostrare un San Domenico penitente (tav. 11) di una collezione di Bolzano, segnaliamo poi uno splendido inedito, un San Pedro de Alcantara (tav. 12), in collezione Bottoni Cercena a Bergamo, un pensoso San Girolamo in meditazione(tav. 13), transitato presso l’antiquario Marco Datrino di Torre Canavese, per concludere con un San Simeone(fig. 3) conservato nel museo di Città del Messico.

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