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LEGGE SEVERINO, DE LUCA: “KEEP CALM, CI PENSA RENZI”

Martedì 26 maggio il sostituto procuratore della Cassazione, Umberto Apice, ha stabilito che il giudice competente circa l’applicabilità della Legge Severino non è il Tribunale Amministrativo (Tar) ma il giudice ordinario. Questo significa che sia Luigi De Magistris, Sindaco di Napoli, che Vincenzo De Luca, ex Sindaco di Salerno e attualmente candidato Presidente alle Regionali in Campania, rischiano la sospensione. Tutto viene messo nelle mani delle Sezioni Unite che dovranno decidere la risoluzione della questione. La Campania trema, se venisse eletto De Luca, sarebbe sospeso immediatamente per effetto della Legge Severino e, visto e considerato che il tutto non andrebbe nelle mani del Tar, ma del giudice ordinario, eventuali tempistiche di sospensione-della-sospensione andrebbero allungandosi notevolmente, creando un vero e proprio caso di vuoto istituzionale. Quel che è peggio: questa possibilità non solo sta tenendo banco in queste ore ma sta inficiando la campagna elettorale depistandola rispetto a programmi e contenuti delle rispettive parti in campo.

Vincenzo De Luca però non ci sta e risponde con piglio giovanile “Keep Calm!”, incitando a prendere in considerazione i problemi dei cittadini e dichiarazione che, in ogni caso, non cambieranno le sue sorti: “Se la Cassazione stabilisce che la competenza, in merito alla Severino, è del tribunale ordinario, piuttosto che del Tar, per noi non cambia assolutamente nulla. Tutto come prima. In casi precedenti, i giudici ordinari e quelli amministrativi sono arrivati alle stesse conclusioni, garantendo pienamente l’esercizio delle cariche pubbliche”. Pezzo forte dell’intervento è stato però il riferimento all’appoggio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi: “In più, il Presidente del Consiglio ha chiaramente definito la Severino un problema superabile, confermando che chi viene scelto dai cittadini, con un voto democratico, potrà tranquillamente governare”. Ed ecco che qualcuno già ipotizza scenari alla House of Cards (serie tv americana), in cui il Presidente del Consiglio entrerebbe in combutta con il Presidente della Regione:  “Il decreto di sospensione – scrive Claudia Fusani su “L’Huffington Post” – deve portare la firma del prefetto, in questo caso di Salerno, vistata dal ministro dell’Interno per conto del presidente del Consiglio. Ora, è chiaro che se il decreto arriva subito, nel giro di un paio di ore, diciamo la mattina del primo giugno, nella Campania del supposto governatore De Luca sarà il caos. In poche ore, infatti, il neo governatore non potrà aver nominato la giunta e quindi un vice presidente che ne possa garantire le funzioni in attesa della eventuale sospensione delle sospensiva che, essendo cambiato giudice, non è detto tra l’altro che arrivi. Diverso lo scenario se invece prefetto, ministro dell’Interno e presidenza del Consiglio firmeranno il decreto di sospensione con calma. Magari in una settimana, dando così tutto il tempo al governatore di nominare giunta e vice. Gli sceneggiatori di “House of cards” dovrebbero fare uno stage in Italia dove c’è sempre qualcosa da imparare”.

Se De Luca l’ha definita “strategia della confusione”, molto più dure sono state le parole del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris: “Quello che è accaduto nei miei confronti, in questi anni, è talmente putrido e talmente pieno di mafiosità di Stato…” si legge nel comunicato. Parole dure che si possono comprendere soltanto se si fa un breve tuffo nella storia.

Nel 2006 De Magistris inizia a indagare a Catanzaro come pm sul fenomeno della illecita gestione pubblica di finanziamenti e appalti relativi alla depurazione delle acque e all’emergenza ambientale per approdare poi ad altri illeciti intercettati nella gestione regionale dell’informatizzazione ed innovazione tecnologica degli uffici pubblici. Spuntano nomi di politici, tra cui quello di Clemente Mastella. Il Procedimento verrà nominato “Why not”. Da qui tutta una serie di strane conseguenze riguardanti la persona di De Magistris: prima gli tolgono le inchieste smembrandole, poi lo trasferiscono; nel frattempo l’attuale Sindaco di Napoli aveva denunciato i fatti alla Procura della Repubblica di Salerno, a cui bisognava riferirsi per ipotesi di reato della Procura della Repubblica di Catanzaro. Ciò nonostante, Il 21 gennaio 2012 il GUP di Roma, Barbara Callari, rinvia a giudizio Luigi De Magistris accusato di aver acquisito abusivamente (nel 2009) i tabulati telefonici di alcuni parlamentari. De Magistris sarà poi condannato in primo grado per abuso d’ufficio il 25 settembre 2014. Cosa accade dopo? Per La legge Severino, approvata dal governo Monti alla fine del 2012, i sindaci che hanno riportato una condanna non definitiva rispetto ad alcuni reati, tra cui anche l’abuso d’ufficio, vanno sospesi dall’incarico. De Magistris viene sospeso ma grazie a un ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale, in questo caso della Campania) gli viene nel giro di un mese restituita la sua poltrona di Sindaco: secondo i giudici l’applicazione della Severino, essendo retroattiva, viola gli articoli “2, 4, 51 e 97 della Costituzione”. A questo punto entra in scena il “Movimento difesa del cittadino” nella persona dell’avvocato Pellegrino che presenta ricorso alla Cassazione circa la sospensione-della-sospensione decisa dal Tar. Vicenda che è stata ripercorsa brevemente anche da De Magistris nel commento- risposta alle novità recenti: “Non dimentico mai che la mia vicenda giudiziaria ha del clamoroso. Qualche mese fa vengo sospeso per una condanna in primo grado per una vicenda di quando ero magistrato, che non ha nulla a che vedere con la vita di un amministratore locale, che la Legge Severino non era in vigore quando sono stato eletto sindaco e vivo il paradosso di pagare per avere avuto il coraggio da magistrato di non fare altro che il mio dovere, contrastare un sistema, il cancro tra corruzione, mafia e massonerie deviate che influenzano il nostro paese, e questo non me lo hanno mai perdonato fino al punto di arrivare, solo da ultimo qualche giorno fa, al pignoramento della mia indennità di Sindaco proprio da parte di espressioni di quel sistema che ho investigato. Indagare sul malaffare politico e sulle collusioni tra crimine organizzato e pezzi delle istituzioni è stato considerato un abuso. Accusatori che diventano imputati e accusati che diventano accusatori. Un ribaltone istituzionale vergognoso”.

Ancora una volta un’anomalia e una grave violazione di legge su una mia vicenda. – ha tuonato De Magistris Normalmente i regolamenti di giurisdizione vengono depositati dopo numerosi giorni di distanza, mentre apprendiamo che la Cassazione avrebbe deciso in poche ore. Evidentemente con una nuova forma di notifica: comunicazioni a mezzo stampa”.  

Decisa anche la volontà di porre un distinguo tra i fatti riguardanti la sua persona e quelli relativi a De Luca e Berlusconi: “Voglio chiarire che la mia storia non ha nulla a che vedere con quella di De Luca o di Berlusconi. In questa fase a me non interessa chi è competente – giudice amministrativo o giudice ordinario – perché porterò sempre le mie ragioni in tutte le sedi, ma trovo sconcertante che ancora una volta sulla mia vicenda si registrano anomalie e comportamenti assolutamente unici e violazioni di legge come l’anticipazione di Camera di Consiglio prima che vengano depositate le motivazioni. Non so se è un fatto che abbia precedenti, ma ritengo che sia grave. La camera di consiglio è sacra, inviolabile, un confessionale laico”.

Nonostante questo, però, il Sindaco partenopeo si è dichiarato “motivato e sereno”, confidando nel parere espresso da numerosi magistrati, amministrativi ed ordinari, circa l’incostituzionalità della Legge Severino, tanto che – ha sottolineato – “il 20 ottobre la questione verrà discussa dalla Corte Costituzionale ed io non posso che ritenere che questo paese debba mantenere un minimo di coerenza e quindi non ci dovrebbero essere pronunce conflittuali che creerebbero una confusione ed una irragionevolezza istituzionale senza precedenti”.

“Oggi mi vengono in mente le parole di un grande magistrato che più di 20 anni fa diceva <resistere, resistere, resistere>” dice ancora De Magistris citando le parole di un ex magistrato napoletano, Francesco Saverio Borrelli; ed effettivamente la sua sembra proprio una lotta contro tutti incentrata soprattutto sulla volontà espressa di “cambiare dall’ interno delle istituzioni un paese profondamente intriso di ingiustizie. Sono persuaso che il nostro paese è fradicio nella sue fondamenta ed è evidente che quando dico queste cose ed a queste cose accompagno un impegno istituzionale prima come magistrato e poi come sindaco, quando le parole sono precedute dai fatti, quel sistema utilizza tutte le sue articolazioni anche formalmente legali per spaccarti le gambe e piegarti la schiena”.

Traspare, leggendo, un singolarissimo sotterraneo afflato di sfiancamento, subito ribaltato in parole che portano il segno della reazione combattiva: “Anche se per un momento dovessi sentire la stanchezza, reagirei immediatamente, perché è troppo importante la strada che abbiamo intrapreso e le violenze e gli attacchi istituzionali che ho subito in questi anni dimostrano quanto temono questo percorso di cambiamento all’interno delle istituzioni accompagnato da una forte connessione con la gente, con il popolo”.

Quasi un Masaniello del popolo: “Noi abbiamo liberato Napoli da un sistema e non consentiremo a nessuno, con cavilli e formalismi, di interrompere questa rivoluzione”, ha scritto ancora De Magistris.

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