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L’EX ASILO DELLE CECATELLE: UNA STORIA DIMENTICATA

Leggendo un servizio del Mattino sull’ex ospizio per piccole cieche di via Rega (una strada dei Quartieri spagnoli a Napoli), sono rimasto colpito dal degrado e dall’abbandono di un edificio di oltre 3000 metri quadri di proprietà comunale, che non altro che il simbolo, disgustoso, della inefficienza e della insipienza di questa Giunta e del suo sindaco.
Faccio parte di un’associazione culturale chiamata Futura che si occupa di recuperare vivibilità nel nostro quartiere. Ci siamo spesi per il recupero della Chiesa di San Carlo alle Mortellle, e senza il nostro intervento i lavori sarebbero ancora a zero. Ci siamo resi promotori, con incontri e riunioni, della costituzione di un pool di otto associazioni culturali ed abbiamo chiesto per vie ufficiali, con tanto di protocollo, l’assegnazione dell’immobile per sviluppare le nostre attività sociali. La richiesta era accompagnata da un piano operativo di recupero. Non ci hanno mai risposto e noi, da cittadini perbene, non abbiamo ritenuto giusto fare alla “napoletana”, e cioè sfondare le porte ed entrare.

Abbiamo fatto un sopralluogo all’incirca due anni fa, e mi sono trovato davanti ad una grandissima biblioteca di testi in Braille custodita in bellissimi scaffali in noce, i cui volumi compaiono nelle foto del Mattino buttati per terra ed esposti alle intemperie. Ho scritto personalmente al direttore dell’Istituto per ciechi e al sindaco suggerendo di destinare quel patrimonio a chi avrebbe potuto servirsene, ma niente è stato fatto. Il nostro Zapata, occupato a fare la rivoluzione, ha lasciato che soffitti e pavimenti crollassero dopo che il Comune aveva già speso qualche centinaio di milioni per la messa in sicurezza.

Qualcuno ha persino preso possesso del giardino e vi ha costruito un’abitazione, la cappella è stata distrutta e i marmi e l’altare sono stati portati via, i pianoforti sono stati rubati, e i locali sono rimasti privi di controlli e sorveglianza. Un disastro voluto e annunciato, mentre si assegna a titolo gratuito l’ex Filangieri e l’ex Manicomio giudiziario ai fan del neo Zapata. Uno schifo.

Non hanno mai risposto, e costoro pretendono di continuare a reggere Napoli sprecando parole altisonanti, rifiutando le attività concrete? Di fronte all’opinione pubblica chiamo a responsabili il sindaco e l’Assessore al Patrimonio, inetti, superficiali ed inefficienti che della città non sanno niente. È ora di mandarli a casa, di renderli inoffensivi. Vadano a fare i loro giochetti rivoluzionari a casa loro o nel baretto sotto casa. A Napoli hanno già fatto danni difficili da recuperare sopratutto nella gestione del patrimonio pubblico di cui, lo ripeto ad alta voce, ignorano valore e consistenza, perché gestire significa lavorare ogni giorno silenziosamente. Mandiamoli a casa.

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