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LO SGUARDO DEL PICCOLO OMRAN E QUELLA LEZIONE CHE NON IMPARIAMO MAI

L’immagine del piccolo Omran è una foto tragicamente perfetta di quel che sta avvenendo in Siria. O magari in tutto il Mondo. O magari in tutti noi. Si perchè cercare di sfuggire allo sguardo di quel bambino di 5 anni è impossibile.

L’inviato speciale dell’ Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha annunciato di avere sospeso l’attività della sua task force umanitaria affermando che i continui combattimenti ostacolano gli aiuti ai civili. E’ praticamenete ”impossibile” portare aiuti umanitari ai cittadini di Aleppo. Il termine è ”impossibile” ed usato dall più grande organizzazione mondiale, che non riesce a mantenere, fosse anche per 48 ore, a freno i bombardamenti.  La Ue, “condannando fortemente l’escalation della violenza ad Aleppo”, e in particolare “tutti gli attacchi contro i civili” e quelli “eccessivi e sproporzionati da parte del regime siriano”, chiede che si faccia più in fretta, “uno stop immediato ai combattimenti”. Dal canto suo la Russia ha fatto sapere che ”una tregua” è fattibile. Ma malgrado le, pare, buone intenzioni, in Siria si continua a combattere e a niente sono serviti i ripetuti appelli e i tentativi di ottenere un cessate il fuoco per consentire ai convogli delle Nazioni Unite di entrare in città. Ad agosto, di fatto, nessun aiuto umanitario è arrivato nelle zone assediate.

”Nemmeno un convoglio umanitario ha potuto raggiungere la parte assediata”, ha sottolineato De Mistura, riferendosi ai quartieri orientali della città controllati dagli insorti. “Quello di cui abbiamo bisogno oggi sono fatti. Il nostro messaggio è chiaro: chiediamo una pausa di almeno 48 ore per Aleppo, per cominciare.”

La situazione è critica e non sembrano aprirsi spiragli per le difficoltà di raggiungere un accordo sia con le forze governative che con i ribelli. In mezzo, tra sostegni agli uni e agli altri, restano schiacciati i cittadini siriani. Come Omran, o come i tanti bambini, o donne o uomini che hanno perso la vita sotto le macerie di Aleppo. Per loro quali bandiere avessero quelle bombe non fa molta differenza.

 

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