Cultura

“LO SPECCHIO COPERTO”: LA LOEWENTHAL RACCONTA L’APOLOGIA DEL DOLORE, ANCHE SECONDO LA TRADIZIONE EBRAICA

Il mondo rimane uguale a prima, eppure qualcosa cambia, qualcuno scompare, muore. Il dolore lo sentiamo solo noi, gli altri continuano a far girare il mondo, a far girare la vita che non muta.  Elena Loewenthal pubblica il diario del suo lutto per la perdita del  compagno, diventa un libro,  diventa: “Lo specchio coperto” come vuole la tradizione ebraica: quando una persona muore, si coprono tutti gli specchi. La luce scompare per lasciare spazio al buio. Si rimane soli, veramente. Il lutto ebraico dice che dura sette giorni. Il cuore si strappa in mille pezzi, perchè manca l’aria, manca il fiato per vivere e ci sembra tutto insopportabile . Ci riduciamo in mille pezzi, ci frantumiamo, gli occhi si sgretolano e non si ha nemmeno la forza di asciugarsi le lacrime. Una persona se ne va per sempre da noi, ci lascia eppure qualcosa, inevitabilmente resta. Forse è sensazione, ma ci sembra che la persona che abbiamo amato ci resti sempre accanto o forse è soltanto l’antidoto per anestetizzare il dolore. La valanga di dolore che invade il corpo, entra nelle ossa e si mescola con il sangue, in un tutt’uno. La morte prende anche noi.  Il sonno diventa solo una montagnola flaccida di stanchezza che si accumula, notte dopo notte. L’unico odore che si ascolta nell’aria è quello di sonno e tristezza infinita.

Mi ero sempre chiesta come si faccia ad accettare l’evidenza che il mondo va avanti uguale a prima dopo che qualcuno se n’è andato e ti ha lasciata sola. Pensavo fosse una cosa ingiusta, inconcepibile, disgustosa. Pensavo che non l’avrei sopportata.  Infatti non cambia niente. Nulla è cambiato da quando lui non c’è più: la normalità è normale esattamente come prima. Anche quella notte, dopo che abbiamo coperto lo specchio grande del soggiorno, quello che sta sopra la sua scrivania – quella dove adesso ogni sera al tramonto accendo la luce, anche quella notte è passata e ha ceduto il passo a un’alba qualunque, a un grigiore qualunque di un giorno come tutti gli altri“.  I giorni poi sono tutti uguali, quella persona non tornerà più,  non ascolteremo più la sua voce, non sentiremo più il suo odore, non toccheremo più le sue mani.

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